La mascherina resiste In città vince la prudenza

Venerdì 5 Giugno 2020
LA NORMA E LE ABITUDINI
PORDENONE Il popolo della mascherina esiste ancora, a conferma di come lo choc vissuto durante i mesi di quarantena e il timore di essere contagiati (più che di contagiare) siano in grado di giocare a volte un ruolo molto più importante rispetto a una disposizione con forza di legge come un'ordinanza. La conferma è arrivata ieri, a poche ore dall'entrata in vigore del provvedimento regionale che dalla mezzanotte tra mercoledì e giovedì concede la possibilità di rimuovere la mascherina (o in generale la protezione di naso e bocca) negli spazi all'aperto.
IL VIAGGIO
Due terzi, forse qualcosa di più. La rilevazione procede naturalmente a spanne, e senza sparare numeri e proporzioni si può dire - affidandosi agli occhi - che la netta maggioranza dei pordenonesi ha mantenuto (almeno per il primo giorno) la massima prudenza sul fronte delle protezioni individuali. E non si è notata nemmeno una grande differenza tra i cittadini più anziani e quelli più giovani. Tra i due corsi, infatti, ieri mattina si notavano ancora molte mascherine ben annodate attorno a naso e bocca. L'ordinanza - è bene ricordarlo - non sancisce affatto la fine del rischio di contagiare o essere contagiati, ma concede più libertà di scelta in fatto di protezioni all'aperto. Una libertà che qualcuno ha iniziato subito ad apprezzare, ma che molte persone hanno sì recepito, ma allo stesso tempo scartato preferendo la strada della massima prudenza.
CHI LA INDOSSA
«Ho saputo che la norma è cambiata - spiega Marisa, una pordenonese di mezza età a passeggio sotto il portico di piazza XX Settembre -, ma io preferisco ancora indossare la mascherina. Non sempre si riesce a mantenere la distanza di sicurezza - prosegue - e per tutelare me stessa e gli altri non intendo ancora toglierla». Al suo fianco, il marito: «Abbiamo deciso di attendere che i contagi non ci siano più per un bel po', poi la toglieremo anche noi. Ma per ora la salute e la sicurezza vengono al primo posto. Anche noi proviamo un certo fastidio quando indossiamo le protezioni, ma pensiamo sempre a chi non ce l'ha fatta o a chi ha sofferto per settimane, e il fastidio se ne va in un attimo».
C'è poi un'altra categoria di persone: quelli che preferiscono portare ancora la mascherina perché a conti fatti sono ancora molte le situazioni nelle quali è obbligatorio indossarla in modo corretto. «Stamattina (ieri, ndr) - spiega una giovane appena uscita da un negozio di corso Vittorio Emanuele - dovevo fare acquisti ed entrare in diversi locali chiusi. È scomodo dover tenere sempre la mascherina in tasca o in borsa, per poi tirarla fuori quando si deve entrare da qualche parte. Preferisco continuare a indossarla, senza un continuo togli e metti che può risultare fastidioso». Da un lato la prudenza, quindi, e dall'altro la praticità.
CHI NON LA INDOSSA
C'è anche una parte della popolazione pordenonese, però, che non vedeva l'ora di liberare naso e bocca, magari passeggiando e senza entrare in contatto con altre persone. Tanti giovani, è vero, ma anche persone di mezza età e anziani. Seduti ai tavolini dei bar o a piedi lungo i due corsi, ecco i primi volti e i primi sorrisi visibili dopo diversi mesi. La distanza invece resta, che sia di un metro o qualcosa di più. Un altro concetto che - mascherina o no - sembra entrato faticosamente a far parte delle abitudini quotidiane, in attesa che un sano abbraccio torni ad essere un comportamento lecito.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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