La lunga notte del Meduna: «Ci ha morso le caviglie»

Martedì 19 Novembre 2019
La lunga notte del Meduna: «Ci ha morso le caviglie»
LA PREOCCUPAZIONE
PORDENONE Ventuno metri e 28 centimetri. Numeri che diventano acqua, rischiarata dai faretti puntati sul livello della piena che romba nel silenzio di una notte passata con un occhio chiuso e l'altro aperto. Cose note: prima esce il Meduna, poi il Noncello. Saperlo è una parte dell'essere pordenonesi. Il torrente che sfiora la città domenica sera è andato a trovarla. A Villanova, ma anche in via Nuova di Corva. Cifre lontane dalle grandi alluvioni, ma le stesse vibrazioni: occhi esperti, pur senza lauree, a vigilare sulla quota dell'ondata. Prima di mezzanotte sono state allagate via Villanova di Sotto e via Frazione Villanova. Poi la chiusura di via Levade, via Zorutti, via del Bosco e via Comugne. Paratie alzate a Villa Cattaneo. Pochi centimetri d'acqua sulla strada, paratie di fronte alle porte d'ingresso delle case sigillate e stivali ai piedi: così è iniziata la lunga notte dell'acqua color caffelatte nei quartieri a sud della città. Un anziano ha percorso in bicicletta le strade sbarrate di Villanova. «Siamo abituati, ma questa notte la passeremo senza dormire. Ho un fratello di 85 anni isolato nella frazione». Cronache del passato, ormai, perché il Meduna già ieri mattina era sceso a 20 metri, avvicinandosi ai 19 ieri pomeriggio. L'acqua, ritirandosi, ha lasciato il segno nei fossi, mostrando quanto vicina alle case sia riuscita ad arrivare. E in alcuni casi le ha anche toccate.
SITUAZIONI AL LIMITE
Via Nuova di Corva, regionale che porta a Cinque Strade dalla rotonda dell'autostrada, laterale sulla sinistra. È una stradina ancora in comune di Pordenone, che inizia con una discesa. Nella notte tra domenica e lunedì era attraversata da un ramo improvvisato del Meduna, che seppur alto pochi centimetri scorreva tra bolle e piccoli vortici. In fondo alla strada, tre case. Nella prima vive Giancarlo Caliman, pordenonese abituato alle piene. Idropulitrice, olio di gomito e mattinata (di ieri) impiegata a pulire il giardino invaso dall'acqua. «Non abbiamo dormito per due notti - ha detto - perché il Meduna ci ha morso le caviglie. Ci sentiamo dimenticati da tutti, non è passato nemmeno un mezzo di soccorso dalle nostre parti, eravamo praticamente isolati. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e ripulire tutto». L'acqua è entrata nei garage, ha invaso campi e giardini, causato la chiusura delle strade e reso insonni le nottate. Ieri mattina il sole ha riportato alla luce il Meduna quale vicino di casa placido, ma pronto a far visita ai suoi dirimpettai in qualsiasi momento.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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