LA GELATA ESTIVA
PORDENONE Tutti i dati e i numeri legati alle trimestrali degli

Mercoledì 12 Giugno 2019
LA GELATA ESTIVA
PORDENONE Tutti i dati e i numeri legati alle trimestrali degli enti economici anche nel Friuli occidentale parlano di un forte raffreddamento nel primo semestre di quest'anno. E le stime sulla seconda parte dell'anno non sembrano promettere niente di buono. Anzi. Dentro questo quadro di nuova difficoltà per il manifatturiero - in provincia soltanto il comparto delle vetrerie sembra andare controtendenza con la programmazione di investimenti e di assunzioni in alcune grandi realtà, soprattutto nell'area industriale sanvitese - il settore che è maggiormente investito da questa sorta di bufera estiva è quello della metalmeccanica. E quella di Pordenone è, da sempre, uno del territorio manifatturieri ad alto tasso di presenza di aziende e di filiere legate proprio alla metalmeccanica. Con ordinativi in calo di 10 o 15 per cento in alcuni casi.
GRANDI IN FRENATA
Ma non è soltanto questione di crisi, la grande trasformazione che sta investendo il mondo delle imprese metalmeccaniche ha investito in pieno anche storici colossi del territorio legati sia all'elettrodomestico che all'automotive. E anche senza spulciare i numeri delle trimestrali e delle semestrali si ha il quadro della situazione. Basta guardare a quello che sta avvenendo in alcuni tavoli aperti per affrontare questioni urgenti legate a ristrutturazioni ed esuberi. Solo nell'ultimo mese il sindacato delle tute blu ha chiuso alcune intese, che prevedono sì investimenti ma anche pesanti tagli occupazionali, con importanti realtà produttive. Alla ultracentenaria Savio Macchine tessili di Borgomeduna, oltre a un periodo di cassa integrazione per rispondere a un calo della domanda anche sui mercati asiatici, si è dovuti ricorrere all'alleggerimento dei colletti bianchi: una settantina gli esuberi tra il personale. Alla giapponese Nidec della Comina, pur di salvare la fabbrica e di portare nuove produzioni di motori per elettrodomestici più innovativi, si sono dovuti accettare 111 esuberi tra gli operai. Alla Electrolux di Porcia la manodopera continua a scendere: a fine maggio sono stati quaranta gli addetti che hanno lasciato lo stabilimento con l'incentivo di centomila euro lordi. Gli esuberi da gestire sono ancora una cinquantina. Anche se già, nei tavoli di confronto con la multinazionale, si comincia a ragionare di incentivi per favorire la staffetta generazionale. Ancora non è possibile poiché ci sono gli esuberi con l'utilizzo degli ammortizzatori: ma a Porcia, per esempio, non si assume un operaio (mentre si assumono quote di ingegneri) da una decina d'anni. Molto diversa la situazione della Lavinox (Gruppo Sassoli) di Villotta: oltre 130 addetti continuano a essere in bilico per la mancanza di un piano di sviluppo.
LE FILIERE IN PERICOLO
Con la difficoltà delle imprese più grandi intere filiere produttive della meccanica si trovano a dover affrontare un rallentamento come non si vedeva da anni. A preoccupare è in particolare la frenata dell'industria dell'automobile tedesca che scarica sulla filiera della subfornitura pordenonese le conseguenze più pesanti. Con le quali devono fare i conti anche imprese più strutturate - come la Zml di Maniago e o la Bovedano di San Vito - oltre alla lunga e radicata rete delle imprese che per le prime lavorano. È la rete dei componentisti e dei subfornitori, dove è tornata a ficcare in maniera preoccupante la cassa integrazione.
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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