LA CRISI
PORDENONE Preoccupazione. È questo il clima prevalente alla riapertura

Mercoledì 21 Agosto 2019
LA CRISI
PORDENONE Preoccupazione. È questo il clima prevalente alla riapertura autunnale delle fabbriche della Destra Tagliamento, sia per il generale rallentamento dell'economia che per le diverse crisi aziendali apertesi nel primo scorcio dell'estate. È una situazione preoccupante che andrà verificata a settembre - commenta il segretario generale della Cgil, Flavio Vallan, sia pure sottolineando come ogni valutazione sia prematura -, per il rallentamento di alcuni settori industriali che per le crisi aperte. Certamente la nostra provincia risente della situazione di non crescita internazionale, e la nostra manifattura potrebbe subire dei contraccolpi. Stiamo assistendo, rispetto allo scorso anno, a una situazione di peggioramento e di non crescita. Si tratterà di capire quali saranno i riflessi di questo calo sugli ordinativi industriali. Anche la Germania attraversa una fase di rallentamento: quali saranno gli effetti lo vedremo da settembre. Il clima è comunque di preoccupazione - è la conclusione di Vallan -, visto che un vero e proprio decollo della produzione ancora non c'è stato e in questi anni si sono alternati periodi di stabilità ad altri di rallentamento.
PREOCCUPAZIONE
E preoccupazione è il termine ricorrente anche per il segretario della Cisl Cristiano Pizzo, un clima facilmente percepibile - spiega - perché i segnali che ci arrivano dall'artigianato e dalle piccole e medie imprese del nostro territorio sono segnali molto preoccupanti. Segnali che sono sostanzialmente in linea con i dati del primo semestre di quest'anno, che non sono stati - continua l'esponente sindacale - proprio positivi, e che nel nostro territorio si sono sentiti in maniera molto forte. Accanto al generale rallentamento che interessa un po' tutti i settori, ci sono le crisi aziendali: alcune grandi aziende - commenta ancora Pizzo - sono in difficoltà ma, come la Savio, con prospettive di ripresa, mentre per altre il futuro è più incerto. Per il rappresentante della Cisl, i principali timori riguardano l'artigianato, che è anche il settore che non può contare su meno ammortizzatori sociali. Ci sono poi le crisi aziendali che le organizzazioni sindacali stanno attualmente affrontando, da Safop a Trischitta, con l'obiettivo - è la conclusione -. di salvaguardare da un lato l'occupazione e dall'altro il futuro delle aziende. E che l'estate si sia aperta con quello che è stato definito un luglio nero l'ha recentemente confermato anche l'indagine congiunturale sul trimestre precedente: tra fallimenti, concordati e chiusure di stabilimenti sono stati messi a rischio quasi quattrocento posti di lavoro, ai quali si aggiungono quelli dell'indotto. Quanto ai settori, dopo nove trimestri di dati in crescita, il manifatturiero evidenzia chiari segnali di sofferenza, con l'unica eccezione del dato sugli ordini esteri. La dinamica del legno-arredo risulta invece positiva rispetto a un anno fa, grazie al buon andamento dei rapporti commerciali con l'estero. Negativa la performance della metalmeccanica, sottosettore che dopo nove trimestri di risultati positivi evidenzia tutte variazioni negative, e anche il commercio appare in sofferenza, con il trend delle vendite che, per il secondo trimestre consecutivo e dopo anni di segni positivi, evidenzia una contrazione. Infine le costruzioni: il comparto che, nel corso del 2017 e soprattutto del 2018, aveva mostrato segnali di risveglio dopo anni di fortissima crisi, ritorna in fase recessiva, con variazioni dei principali indicatori che nei primi due trimestri del 2019 sono risultate negative.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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