LA CERIMONIA
PORDENONE Da una parte il ringraziamento alla madre terra per i

Lunedì 12 Novembre 2018
LA CERIMONIA PORDENONE Da una parte il ringraziamento alla madre terra per i
LA CERIMONIA
PORDENONE Da una parte il ringraziamento alla madre terra per i frutti del lavoro e, insieme, le scuse per i tanti anni di poca cura; dall'altra un pensiero alla povertà e alle famiglie colpite dalle conseguenze del maltempo. Sono stati questi i temi della celebrazione del ringraziamento nella parrocchia del Sacro Cuore, organizzata con la regia di Guido Tomasella e alla quale hanno preso parte, fra gli altri, il sindaco Alessandro Ciriani, l'assessore all'Ambiente Stefania Boltin e il comandante della Polizia locale Stefano Rossi.
SOLIDARIETÀ
«Dire grazie rende più bella la vita stessa», ha sottolineato lo stesso Tomasella, auspicando poi «una straordinaria attenzione alle varie forme di povertà e alle famiglie colpite dal maltempo, che nelle scorse settimane ha portato lutti e distruzione». Sempre Tomasella ha comunicato i risultati della raccolta benefica dello scorso anno, tremila euro in favore della scuola materna, alla quale saranno destinati anche i fondi raccolti nel corso della celebrazione di ieri.
I DONI
Dopo una prima preghiera davanti al pozzo collocato sul sagrato, la celebrazione si è spostata all'interno della chiesa del Sacro Cuore, gremita. Il significato dei doni portati all'altare è stato spiegato dal parroco, don Angelo Grillo, e anche da padre Alex, che il valore di quei doni ha riletto attraverso l'esperienza della povertà e della violenza vissuta in Brasile. Dono dopo dono, gli attrezzi dell'agricoltore sono stati lo spunto per sottolineare il valore del lavoro richiamando la Costituzione, «non un privilegio di pochi raccomandati, ma un diritto di tutti». I semi, il valore della vita che deve dare frutto, ma anche il rischio della perdita della biodiversità, soprattutto in terre come quelle amazzoniche. I frutti, positivi e negativi, della vita. Il sale, che dà sapore alle relazioni. Il vino, a rappresentare la felicità e i suoi rischi: «Tenersi troppa felicità ubriaca: non possiamo essere felici da soli, dobbiamo condividere».
LA FAME
Per ultimo il pane, impastato e condiviso sul sagrato della chiesa, «il simbolo per eccellenza della vita», che per padre Alex si lega a un ricordo d'infanzia: «Una sera io e mio fratello, che avevamo otto-nove anni - andammo da mia madre a chiedere qualcosa da mangiare. Lei, con sguardo triste, ci disse: «Ragazzi, la mamma oggi non ha niente da darvi. Prendiamo un bicchiere d'acqua e andiamo a dormire: domani vediamo cosa succederà». Per questo oggi voglio pregare per tutte le persone che non hanno il pane, quello materiale ma anche quello di Dio».
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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