L'INTERVENTO
PORDENONE Dodici, alcuni giorni quindici persone senza un tetto

Mercoledì 13 Novembre 2019
L'INTERVENTO
PORDENONE Dodici, alcuni giorni quindici persone senza un tetto sotto il quale ripararsi nelle notti che diventano sempre più fredde. Stranieri regolari o in attesa del rinnovo del permesso di soggiorno, ma non solo. Anche qualche cittadino italiano, che chiede un pasto serale in via Cappuccini nella sede della Croce rossa ma che poi è costretto a trovare un posto diverso nel quale dormire. Quando va bene il letto di un conoscente, quando va male una panchina o un sottoscala. E per affrontare il nuovo problema, proprio la Croce rossa ha pronto un piano B, che consiste nel ritorno delle unità di strada.
LA DECISIONE
A spiegare la scelta della sezione pordenonese della Croce rossa è il presidente Giovanni Antonaglia. «Siamo di fronte a situazioni di grave marginalità sociale - ha spiegato - e per questo riprenderemo il servizio di unità di strada». Le sentinelle, quindi, sono pronte a tornare sulle strade di Pordenone e dell'immediato hinterland con due obiettivi: rintracciare le persone che vivono in condizioni di indigenza ai confini della società e aiutarle fornendo loro il primo soccorso - dove necessario - oppure gli strumenti utili a combattere fame e freddo. «Uscendo verso le dieci della sera - ha proseguito Antonaglia - le unità di strada potranno monitorare il territorio e rendersi conto delle situazioni più gravi. L'obiettivo è quello di portare coperte e bevande calde». La Croce rossa attualmente non può più garantire un tetto: «La mia speranza - ha replicato sempre il presidente della sezione pordenonese - è che le autorità si facciano carico di questo problema». Le unità di strada erano state fatte rientrare da quando a Porcia era stato istituito il dormitorio di via Roma. Ma ora che l'ex scuola è stata svuotata è nuovamente utile il servizio delle sentinelle. «Anche una sola unità - commentano dalla Croce rossa pordenonese - può servire a salvare una o più persone dal freddo invernale delle ore notturne».
I NUMERI
La Croce rossa pordenonese gestisce decine di casi di marginalità sociale e di povertà, ma le persone che presentano problemi più gravi sono una dozzina, con picchi di quindici. Non sempre si tratta di presenze fisse con un radicamento sul territorio, ma ci sono anche casi storici. I senzatetto di Pordenone, come si evince dalle testimonianze di alcuni volontari della Croce rossa, che costituiscono la prima linea della gestione delle difficoltà sociali, dormono sia nella zona dello stadio Bottecchia (si tratta di poche unità, quasi invisibili e mai protagonisti di episodi contrari al senso civico o alla legge) oppure nei sottoscala riparati dal vento. «Le persone che gestiamo quotidianamente - ha raccontato ancora Antonaglia - sono perlopiù stranieri con il permesso di soggiorno in regola, ma che non riescono più a pagarsi un affitto a causa della perdita o della mancanza del lavoro. Alla Croce rossa non stiamo attenti al colore della pelle o alla nazionalità: da noi tutti trovano un aiuto». Nella sede del comitato di via Cappuccini, il picco delle presenze si registra attorno alle 18.30, quando aprono i battenti del servizio mensa, che offre un pasto caldo per cena alle persone in difficoltà. Lo sportello serve anche per usufruire dei servizi igienici. È sempre attivo, inoltre, il servizio di recapito delle borse della spesa a beneficio delle persone in crisi, mentre le suore di Sacile contribuiscono con i pasti diurni per aiutare anche chi vive sulle sponde del Livenza. Ma per salvare dal freddo i veri senzatetto sarà necessario rimettere in marcia le unità di strada.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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