L'INCHIESTA
PORDENONE Se c'è un furto che la banda del casco nero deve maledire, è quello che qualcuno rimasto ignoto ha commesso il 5 giugno, tra le 13 e 13.15, sull'auto di servizio di un carabiniere impegnato nel controllo di un'azienda agricola di Morsano. I ladri spaccarono il finestrino e rubarono la pistola d'ordinanza del militare. I colleghi si chiesero chi poteva aver fatto una cosa del genere in aperta campagna, rischiando un inseguimento in una strada sterrata. Soltanto un motociclista. È così che i sospetti si concentrarono sulla banda del casco nero e che indizio dopo indizio, confrontando immagini tratte da telecamere, indicazioni e targhe (rubate) fornite da testimoni, gli investigatori dell'Arma di Pordenone, Aviano e Polcenigo sono arrivati ai fratelli Loris (38) e Denis (42) Braidic, rispettivamente di San Daniele e Fagana, e a Maurizio Hudorovich (40) di Talmassons. Tutti e tre sottoposti a misura cautelare in carcere, lunedì compariranno davanti al gip Rodolfo Piccin per l'interrogatorio di garanzia. Le posizioni di Hudorovich e Loris Braidich sono le più gravi, perchè nei caschi e nei giubbotti che spesso si facevano prestare da un meccanico è stato trovato il loro Dna. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, sarebbero gli autori di furti su auto, in abitazioni e in tre supermercati. A Denis Braidic vengono contestati furti in abitazioni a Grado. «Essendo stati commessi in provincia di Gorizia - afferma il suo legale, Maurizio Mazzarella - il Tribunale di Pordenone non è competente. Peraltro sul mio assistito non ci sono indizi schiaccianti, il suo coinvolgimento è tutto da dimostrare. Valuterò un'istanza al Tribunale del Riesame». Un percorso che, una volta esaminati gli atti di indagine, potrebbero intraprendere anche i difensori degli altri due indagati, Pier Aurelio Cicuttini e Nicoletta Menosso.
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© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Se c'è un furto che la banda del casco nero deve maledire, è quello che qualcuno rimasto ignoto ha commesso il 5 giugno, tra le 13 e 13.15, sull'auto di servizio di un carabiniere impegnato nel controllo di un'azienda agricola di Morsano. I ladri spaccarono il finestrino e rubarono la pistola d'ordinanza del militare. I colleghi si chiesero chi poteva aver fatto una cosa del genere in aperta campagna, rischiando un inseguimento in una strada sterrata. Soltanto un motociclista. È così che i sospetti si concentrarono sulla banda del casco nero e che indizio dopo indizio, confrontando immagini tratte da telecamere, indicazioni e targhe (rubate) fornite da testimoni, gli investigatori dell'Arma di Pordenone, Aviano e Polcenigo sono arrivati ai fratelli Loris (38) e Denis (42) Braidic, rispettivamente di San Daniele e Fagana, e a Maurizio Hudorovich (40) di Talmassons. Tutti e tre sottoposti a misura cautelare in carcere, lunedì compariranno davanti al gip Rodolfo Piccin per l'interrogatorio di garanzia. Le posizioni di Hudorovich e Loris Braidich sono le più gravi, perchè nei caschi e nei giubbotti che spesso si facevano prestare da un meccanico è stato trovato il loro Dna. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, sarebbero gli autori di furti su auto, in abitazioni e in tre supermercati. A Denis Braidic vengono contestati furti in abitazioni a Grado. «Essendo stati commessi in provincia di Gorizia - afferma il suo legale, Maurizio Mazzarella - il Tribunale di Pordenone non è competente. Peraltro sul mio assistito non ci sono indizi schiaccianti, il suo coinvolgimento è tutto da dimostrare. Valuterò un'istanza al Tribunale del Riesame». Un percorso che, una volta esaminati gli atti di indagine, potrebbero intraprendere anche i difensori degli altri due indagati, Pier Aurelio Cicuttini e Nicoletta Menosso.
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