L'INCHIESTA
PORDENONE Se c'è un furto che la banda del casco nero deve maledire,

Sabato 16 Dicembre 2017
L'INCHIESTA
PORDENONE Se c'è un furto che la banda del casco nero deve maledire, è quello che qualcuno rimasto ignoto ha commesso il 5 giugno, tra le 13 e 13.15, sull'auto di servizio di un carabiniere impegnato nel controllo di un'azienda agricola di Morsano. I ladri spaccarono il finestrino e rubarono la pistola d'ordinanza del militare. I colleghi si chiesero chi poteva aver fatto una cosa del genere in aperta campagna, rischiando un inseguimento in una strada sterrata. Soltanto un motociclista. È così che i sospetti si concentrarono sulla banda del casco nero e che indizio dopo indizio, confrontando immagini tratte da telecamere, indicazioni e targhe (rubate) fornite da testimoni, gli investigatori dell'Arma di Pordenone, Aviano e Polcenigo sono arrivati ai fratelli Loris (38) e Denis (42) Braidic, rispettivamente di San Daniele e Fagana, e a Maurizio Hudorovich (40) di Talmassons. Tutti e tre sottoposti a misura cautelare in carcere, lunedì compariranno davanti al gip Rodolfo Piccin per l'interrogatorio di garanzia. Le posizioni di Hudorovich e Loris Braidich sono le più gravi, perchè nei caschi e nei giubbotti che spesso si facevano prestare da un meccanico è stato trovato il loro Dna. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, sarebbero gli autori di furti su auto, in abitazioni e in tre supermercati. A Denis Braidic vengono contestati furti in abitazioni a Grado. «Essendo stati commessi in provincia di Gorizia - afferma il suo legale, Maurizio Mazzarella - il Tribunale di Pordenone non è competente. Peraltro sul mio assistito non ci sono indizi schiaccianti, il suo coinvolgimento è tutto da dimostrare. Valuterò un'istanza al Tribunale del Riesame». Un percorso che, una volta esaminati gli atti di indagine, potrebbero intraprendere anche i difensori degli altri due indagati, Pier Aurelio Cicuttini e Nicoletta Menosso.
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