L'ESTATE DIFFICILE
PORDENONE Quello appena cominciato sarà l'agosto più

Lunedì 3 Agosto 2020
L'ESTATE DIFFICILE
PORDENONE Quello appena cominciato sarà l'agosto più difficile per la sanità pordenonese. Ma che l'estate - l'intera stagione estiva - non sarebbe stato facile era chiaro fin dai mesi scorsi. I nodi legati alla carenza di organico e alla conseguente difficoltà nell'organizzare i piani ferie erano già emersi nella tarda primavera. Quando si è capito che l'intera gestione del post-pandemia - con migliaia di visite specialistiche e interventi programmati e poi saltati durante i quasi tre mesi di lockdown - sarebbe stata difficoltosa proprio alla luce della situazione pesante legata agli organici. Le tensioni tra il personale e le organizzazioni sindacali - da quelle degli infermieri a quelle dei primari, che pure in qualche modo sono intervenuti - hanno portato al primo sciopero della sanità locale nella storia della provincia pordenonese. Una manifestazione che - al di la dell'adesione numerica ha visto una mobilitazione della categoria e non solo - ha mosso certamente qualcosa delle relazioni tesissime tra le organizzazioni sindacali del personale medico-infermieristico e la direzione generale dell'Asfo. Negli ultimi giorni della scorsa settimane anche l'assessore regionale alla Sanità Riccardo Riccardi, più volte evocato nelle ultime settimane e negli interventi durante lo sciopero di dieci giorni fa, ha compiuto una visita a Pordenone per incontrare tutti i primari ospedalieri e i direttori delle strutture sanitarie distrettuali del territorio. Obiettivo: ascoltare i malumori e stemperare la tensione cercando di offrire soluzioni per una via di uscita alla situazione di tensione. Dai vertici dell'Asfo è arrivata la comunicazione di una settantina di assunzioni: oltre sessanta infermieri (in realtà si tratta di proroghe di contratti a termine) e di sei medici a tempo indeterminato.
UNA PRIMA RISPOSTA
Una prima risposta che punta a sanare una situazione davvero pesante negli organici sia dei reparti ospedalieri che nei territori. Ma una prima risposta che alle organizzazioni sindacali non è bastata. Il sindacato chiede che venga riaperto un tavolo di confronto con la direzione in modo da discutere sui vari problemi aperti. «I sindacati non ci stanno. Non vogliamo un botta-risposta sulla stampa con la direzione. I numeri - è stata l'ultima presa di posizione di Cgil, Cisl, Uil Sanità e Nursind - che sono stati dati sanno di provocazione, sono ridicoli e approssimativi e comunque non rispondenti alle esigenze effettive e reali della sanità locale. Più che di assunzioni, si tratta di proroghe». Inoltre il sindacato insiste nella richiesta di riapertura del confronto con la direzione. «È necessario che vengano ristabilite corrette relazioni sindacali per affrontare tutti i problemi aperti». Tra questi anche quello della fuga (non solo dei pazienti) ma anche degli stessi operatori sanitari. «Il recentissimo maxi-bando del Veneto - esprime timori il sindacato - per mille posti a tempo determinato sarà purtroppo occasione di ulteriori fughe di infermieri e Oss che il territorio forma investendo risorse e poi vede andare via». Altra questione che preoccupa con l'arrivo dell'autunno è la campagna vaccinale che quest'anno sarà di massa. Ma già prima ci saranno problemi. «Chiediamo - ancora le organizzazioni sindacali - come faranno quest'anno solo otto assistenti sanitarie del Dipartimento di prevenzione a vaccinare cinquemila bambini in una settimana dovendo continuare a garantire i tamponi al personale sanitario». L'estate difficile della sanità continua.
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci