L'EMERGENZA
ZOPPOLA Un intero piano, il secondo, che ormai è stato trasformato

Giovedì 2 Aprile 2020
L'EMERGENZA ZOPPOLA Un intero piano, il secondo, che ormai è stato trasformato
L'EMERGENZA
ZOPPOLA Un intero piano, il secondo, che ormai è stato trasformato da una residenza per anziani - con tutti i comfort e le occasioni per socializzare - a un vero e proprio reparto clinico; una completa rimodulazione delle stanze, che ora devono essere pensate per accogliere coppie di ospiti positivi o negativi; un mezzo mobile dell'Azienda sanitaria che eseguirà esami mirati in loco e infine uno stabile di proprietà comunale già allestito per imitare il modello San Vito e varare anche a Zoppola il coprifuoco per i dipendenti. E' con queste misure straordinarie, alcune già a regime e altre applicabili a stretto giro, che si prova ad evitare una Mortegliano pordenonese, cioè una disgrazia nella disgrazia concentrata all'interno di un luogo altrimenti protetto come una casa di riposo.
LA SITUAZIONE
Nella residenza per anziani Micoli-Toscano di Castions di Zoppola la situazione è allarmante. Gli ospiti che sono risultati positivi al Coronavirus sono ormai 22, cinque dei quali si trovano ricoverati in ospedale con sintomi seri. Gli otto operatori sanitari contagiati sono a casa da diversi giorni, ma si teme che il contagio possa riguardare altri ospiti e altri dipendenti. Si contano già due vittime tra chi ha contratto il virus nei giorni scorsi, e l'allarme è di colore rosso. Per questo è avvenuta una vera rivoluzione. Il secondo piano della struttura, per ordine del Dipartimento di prevenzione, è diventato reparto Covid-19. Sono vietati gli incontri con gli ospiti degli altri livelli e i turni del personale sono strutturati in modo tale da non intersecarsi con quelli di chi lavora nei piani liberi dal contagio. Sono stati sospesi i pranzi al tavolo: si mangia solamente in camera. Anche nelle stanze è cambiato tutto: i positivi sono stati spostati nelle camere degli altri contagiati, e nel caso in cui l'operazione sia risultata impossibile, si è provveduto a installare dei divisori tra i letti e ad allontanare gli stessi. L'Azienda sanitaria invierà un mezzo mobile per effettuare le radiografie al torace alle persone contagiate. E l'operazione si svolgerà direttamente in struttura. Per quanto riguarda il modello San Vito, è finalmente tutto pronto. Il Comune ha messo a disposizione una struttura a Orcenico Superiore: è già pronta ad accogliere i dipendenti che si dichiareranno disponibili a lasciare temporaneamente le loro famiglie per diminuire le possibilità di portare il virus nella struttura.
IN OSPEDALE
Intanto ieri è arrivata la notizia di un medico positivo al Covid-19 in ospedale a Pordenone. Si tratta di un membro dell'area adibita a laboratorio. Un'infermiera è stata invece contagiata nel Distretto di Azzano Decimo, ma si trovava già nella sua abitazione da giorni. Nella casa di riposo di San Vito sono stati rilevati alcuni positivi asintomatici, ma non si tratta di individui attualmente presenti nella struttura. Il personale non rientrerà nelle proprie abitazioni sino a domenica.
REPARTI D'EMERGENZA
Come ha spiegato il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, secondo i modelli che sono stati sviluppati dagli esperti, la regione è entrata nelle due settimane che segneranno il picco e «rappresenteranno l'entità delle difficoltà che ci troveremo davanti». Affrontando il tema delle terapie intensive, Riccardi ha illustrato le tempistiche dell'ampliamento dei posti arrivati a 75 e destinati a essere 100 nel corso della settimana. Infine i dispositivi di protezione: «Se la Protezione civile regionale, a fronte delle difficoltà incontrate dal governo, non avesse acquistato un significativo numero di mascherine professionali oggi il nostro sistema sanitario sarebbe sprovvisto di questi essenziali dispositivi di sicurezza», ha concluso Riccardi riferendosi alla dotazione necessaria negli ospedali.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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