L'ANALISI
PORDENONE Non è stata una piena storica. Anzi, si deve parlare

Giovedì 21 Novembre 2019
L'ANALISI
PORDENONE Non è stata una piena storica. Anzi, si deve parlare di due piene normali: quella del Noncello e quella del Meduna. Ci sono state, ma niente di clamoroso. Eppure le strade sono andate sotto, quindi qualche domanda diventa lecito porsela. Perché, dopo investimenti che sfiorano i 15 milioni di euro, le case sono ancora bagnate dalle esondazioni? Meno di una volta, va precisato, ma ci sono famiglie che ad ogni ondata autunnale di maltempo vivono notti di angoscia. A partire dalla frazione più discussa: Villanova vecchia.
IL NODO
Via Villanova di Sotto, via Frazione, via Villanova vecchia. Strade piene di case. E poi via Nuova di Corva, con le sue laterali esposte alle piene che oggi fanno i conti con il pericolo scampato. Era il 2015, quando si varavano i lavori da due milioni e oltre per salvare la frazione-quartiere dagli allagamenti. Un miglioramento c'è stato, ma restano dei buchi. «Ormai siamo abituati a convivere con gli allagamenti - spiega Giancarlo Caliman, residente in via Nuova di Corva, tra Villanova e Vallenoncello -. Siamo armati, ma vorremmo essere più protetti. Invece ci sentiamo un po' dimenticati». Il livello delle strade, quello dei giardini, la pulizia dei fossi e delle caditoie, la vicinanza al fiume. Tutto, a Villanova vecchia, favorisce l'allagamento delle vie più basse. E i cittadini dicono basta, facendo appello al Comune affinché si mettano in campo azioni più incisive. Nella notte tra domenica e lunedì le strade già citate sono finite sotto il livello del fiume, causando la paralisi del traffico e costringendo i residenti a montare le paratie. E non si sta parlando di case appoggiate sull'argine, ma di centinaia di metri dal greto del Meduna. «Nonostante i numerosi interventi eseguiti dopo l'alluvione del 2002, infatti, non possiamo dirci ancora completamente sicuri», ha fatto notare il consigliere del Pd Nicola Conficoni.
IL NONCELLO
In centro, invece, soffrono via Codafora, via del Seminario, via dei Molini, via Martiri. Strade che ad eccezione di via dei Molini (e del park Rivierasca, al piano interrato) sono state riaperte, ma che si sono allagate anche durante una piena non eccezionale. La città ha risposto bene all'emergenza, mettendo in campo gli uomini e i mezzi migliori, ma il territorio si è dimostrato ancora fragile.
IL PIANO
Ieri il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, è atterrato con l'elicottero della Protezione civile in viale Treviso, nell'area della fiera. Uno sguardo all'argine del Noncello, poi la dichiarazione: «La prossima settimana - ha detto - convocheremo un tavolo per elaborare un piano contro le alluvioni a Pordenone. Si parlerà anche della possibilità di alzare gli argini dei fiumi per proteggere definitivamente la città dalle piene». Intento confermato anche dal sindaco Alessandro Ciriani. E si tratta di un'operazione rispetto ai 700mila euro che saranno già stanziati nella prossima Finanziaria regionale. In ballo, quindi, c'è un progetto per rivoluzionare un'altra volta l'assetto delle sponde.
I CONTI
Intanto ieri l'assessore Emanuele Loperfido ha fornito i dati relativi alla gestione dell'emergenza, che è costata al Comune di Pordenone circa 100mila euro. Gli interventi hanno riguardato la pulizia delle caditoie per i temporanei allagamenti stradali, le pulizie delle strade stesse, la gestione degli impianti idrovori (3.200 litri gasolio) per pompare acqua e tenere in sicurezza l'abitato di Vallenoncello. Cinquanta i volontari in cinque giorni, 500 i sacchi di sabbia preparati e 300 quelli consegnati alle famiglie.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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