L'ANALISI
PORDENONE Come sono cambiate le abitudini dei pordenonesi e dei friulani

Martedì 2 Giugno 2020
L'ANALISI PORDENONE Come sono cambiate le abitudini dei pordenonesi e dei friulani
L'ANALISI
PORDENONE Come sono cambiate le abitudini dei pordenonesi e dei friulani in generale con l'emergenza Covid-19? Cosa comprano? A cosa danno la precedenza nelle loro scelte? Quali sono i settori merceologici che ne hanno beneficiato e quelli che sono stati penalizzati? Ce lo racconta Melissa Iannace, portavoce di Coop Alleanza 3.0, che in provincia di Pordenone conta una dozzina di punti vendita.
«La prima reazione è stata quella degli assediati da bunker. Gli italiani, venuti a sapere che il Covid-19 era presente nel Paese, sono corsi al supermercato per fare delle vere e proprie scorte da assedio. Tra il 24 febbraio e il 15 marzo, infatti, le vendite totali del sistema Coop hanno registrato un aumento boom del 14,6%. Con il passare del tempo però, quando è divenuto chiaro che la quarantena si sarebbe prolungata e che gli approvvigionamenti sarebbero rimasti costanti, la spesa si è moderata e la crescita delle vendite si è attestata nel totale delle 8 settimane (24 febbraio 19 aprile) al +5,6%. A sostenere le vendite il food confezionato (che da solo fa un +10,3% per tutto il lockdown), mentre i freschi e i freschissimi, partiti a doppia cifra, perdono nel passaggio dalla prima alla seconda fase parte della loro forza d'urto e si assestano, a fine periodo, con un +6,9%». Ma è guardando dentro i carrelli che ci si accorge dei cambiamenti intervenuti.
L'IGIENE
Amuchina e simili hanno totalizzato, nei due mesi di vendite, crescite, in media, del +377%, le salviettine disinfettate +616%, i termometri e i disinfettanti per superfici il +200%. Giusto per farsi un'idea solo per i termometri si tratta di un aumento di 12 volte rispetto alla media precedente. La mania di pulizia, la ricerca dell'igiene è passata anche per rimedi non ortodossi, come l'alcol etilico alimentare che, nonostante il suo prezzo elevato, ha registrato, nelle 8 settimane, crescite del +97%, quasi non si badi a spese pur di sanificare la casa e se stessi. Ma il vero boom lo registrano le mascherine. Già nelle prime tre settimane raggiungevano crescite del +337% (e nonostante la penuria negli scaffali), con i nuovi approvvigionamenti poi, e l'avvicinarsi della fase 2, dal 16 marzo al 19 aprile, hanno raggiunto picchi di crescita nelle vendite del +1616% (attestando la media dei due mesi intorno al +1160%).
APERITIVO DIGITAL
Placata l'ansia è iniziata la discesa a precipizio di pasta, riso, latte uht, biscotti (carne e tonno in scatola) e la cucina è divenuta uno dei molti modi per passare il tempo: gli italiani sono diventati tutti più o meno pizzaioli, pasticceri e panettieri. Nel totale delle otto settimane la vendita di lievito di birra è cresciuta in media del 149% e quella della mozzarella per pizza del 109%. Uova, burro, farina, nel passaggio dalla prima alla seconda fase del lockdown, restano in testa al gradimento dei friulani. Ma nelle ultime settimane, con un vero e proprio salto in avanti rispetto alla prima fase, crescono con percentuali a due cifre le vendite di aperitivi (+17%) e birra (15,5%). Calano invece, sin dall'inizio della quarantena, le bevande e tutti gli integratori per sportivi (-48% e -45% nelle otto settimane).
CURIOSITÀ
Il distanziamento sociale ha provocato inoltre un paio di reazioni degne di nota: il boom delle colorazioni per capelli, passate dal +25% delle prime tre settimane al +164% del periodo tra il 16 marzo e il 19 aprile. Hanno invece pagato un prezzo salato le vendite di preservativi che, nell'ultima fase del lockdown, sono scese del 37%.
F.M.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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