INQUINAMENTO
PORDENONE Stanno destando stupore e qualche apprensione i due cartelli

Venerdì 16 Novembre 2018
INQUINAMENTO
PORDENONE Stanno destando stupore e qualche apprensione i due cartelli giallo fluorescenti di avviso pericolo che il Comune di Maniago ha recentemente apposto in località Cossana. Vi si legge «Attenzione, possibile presenza di polvere di amianto». I due cartelli sono l'uno sistemato all'incrocio tra la sterrata che scende dalla discarica Cossana e la pista che costeggia l'argine sinistro del Cellina, l'altro un centinaio di metri più a nord. Si tratta di un'area nella quale da tempo immemore insistono cumuli di rifiuti contenenti amianto, che sono stati coperti da spessi teloni, nonché segnalati con apposita cartellonistica. «Tempo fa avevamo però riscontrato che uno di quei avvisi era stato rimosso da mani ignote, mentre un secondo era caduto, senza dimenticare che alcuni teloni presentano degli squarci, quindi per scrupolo abbiamo deciso di procedere all'installazione di questi nuovi segnali» spiega Franca Quas, assessore comunale all'ambiente. Quel che stupisce di più è la situazione di stallo in relazione alle annunciate operazioni di bonifica. Infatti, nel corso del 2017 il Consorzio Cellina Meduna ha collaudato i lavori relativi al primo intervento di rimozione di amianto dal greto del Cellina, finanziato dalla Protezione Civile regionale con 1 milione di euro, e questo ha permesso di procedere con un secondo intervento, già finanziato nel 2016 dalla direzione difesa del suolo della Regione per l'importo di 854mila euro, che interesserebbe proprio la sponda maniaghese. «E su questo fronte c'è effettivamente un ritardo in quanto la procedura è lenta - commenta Quas - dal Consorzio ci riferiscono che sono stati censiti tutti i cumuli e si tratta ora di stabilire delle priorità». Nel corso del tempo le grave del Cellina sono state usate come discarica abusiva di materiali quali sfridi di guarnizioni contenenti amianto, lastre eternit, ma anche altre tipologie di rifiuti quali calcinacci, sanitari, plastica, gomma, metalli. Tra le contromisure passive messe in atto vi è stata la messa in sicurezza dei cumuli realizzando un capping, cioè la copertura con un telo dei cumuli e l'apposizione di cartelli di avviso pericolo. In questi anni si è però verificato un aggravio: a séguito dell'erosione delle sponde, le piene del torrente Cellina trasportano parte del materiale e lo depositano lungo l'asta del fiume. Materiale contenente amianto è rilevabile fino in prossimità del ponte di Vivaro. Nel 2008 la Conferenza dei servizi ha approvato il progetto di caratterizzazione e la realizzazione della messa in sicurezza d'emergenza dell'area golenale del torrente Cellina.
Dario Furlan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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