INQUINAMENTO
PORDENONE Sono i punti di stoccaggio del carburante a rappresentare

Martedì 14 Luglio 2020
INQUINAMENTO PORDENONE Sono i punti di stoccaggio del carburante a rappresentare
INQUINAMENTO
PORDENONE Sono i punti di stoccaggio del carburante a rappresentare la quota più consistente di siti contaminati sul territorio provinciale, seguiti dalle discariche incontrollate. Scarsa, invece, l'incidenza degli sversamenti provocati da incidenti, dove in genere si interviene tempestivamente. È questa la fotografia che emerge dall'analisi contenuta nel Piano regionale di bonifica dei siti inquinati, approvato a marzo, e i cui dati provengono dal Siqui, l'anagrafe regionale dei siti contaminati. Una situazione, quella della Destra Tagliamento, in parte diversa da quella di altre zone della Regione. La parte più consistente dei siti, il 38 per cento, è costituita in provincia dai siti di stoccaggio di carburante, nei relativi punti vendita. Segue un 19 per cento rappresentato da discariche incontrollate e abbandoni di rifiuti e da discariche storiche e un 14 per cento di rilasci accidentali di sostanze pericolose in seguito a incidenti. Percentuali del 10 per cento ciascuna hanno anche le aree produttive in attività, i serbatoi interrati e altre tipologie di sito, mentre mancano del tutto i casi di inquinamento da aree produttive dismesse (che rappresentano invece oltre il 50 per cento delle problematiche nelle province di Udine e Trieste), le discariche autorizzate e le aree agricole.
AREE DIMESSE
Le aree produttive dismesse o con passività ambientali ereditate dal passato costituiscono infatti la categoria di siti più numerosa in Regione. Ci sono poi le aree produttive in attività: non molto numerose sul territorio regionale ma per la maggior parte di grandi dimensioni e legate a situazioni ambientali estremamente complesse e che vedono generalmente il privato operare per il risanamento del sito. Nella categoria delle discariche incontrollate e abbandoni di rifiuti rientrano sia le discariche abusive, sia quelle di rifiuti speciali e di rifiuti solidi urbani realizzate prima dell'emanazione della normativa di settore, nonché i riporti storici. Lo stoccaggio e adduzione carburante nei punti vendita, il caso più diffuso in provincia, costituisce a livello regionale poco più del 10 per cento del totale dei siti contaminati. Sono siti particolari per il tipo di contaminanti, gli idrocarburi, e per la loro collocazione, in contesti urbanizzati. Quanto ai rilasci accidentali di sostanze pericolose essi rappresentano solo il 4 per cento dei siti contaminati. Dal punto di vista della dimensione dei siti contaminati, si registra una minore presenza di siti di dimensioni inferiori a mille metri quadrati (quattro nella Destra Tagliamento) e di siti di grandi dimensioni, uno, mentre la maggior parte dei siti 16 ha dimensioni intermedie. In questo la situazione pordenonese riflette abbastanza fedelmente l'andamento complessivo, fatta eccezione per i siti di grandi dimensioni che sono per la maggior parte situati nelle province di Trieste e Udine, dove si trovano i due Siti di interesse nazionale (Sin) di Trieste e della Caffaro di Torviscosa.
TIPOLOGIA
Infine la tipologia di inquinanti: la contaminazione è per la maggior parte dei siti legata a più tipi di inquinanti, fra i quali anche composti cancerogeni. Questa situazione, strettamente legata alla presenza di siti in cui la contaminazione deriva da discariche incontrollate e abbandoni di rifiuti, comporta maggiori difficoltà nell'individuazione di tecnologie di bonifica. Altro capitolo è poi quello delle contaminazioni diffuse, ossia una condizione di alterazione chimica, fisica determinata da fonti diffuse, non imputabile a una singola origine, e per le quali non è possibile identificare un soggetto responsabile. Di conseguenza non sono possibili bonifiche. Fra queste, una riguarda specificamente il territorio della provincia di Pordenone ed è quella, più volte segnalata negli ultimi anni, delle alte concentrazioni di Dact (desetildesisopropilatrazina) che, in concomitanza con altri fitosanitari, hanno causato il superamento del limite per la sommatoria previsto per i fitofarmaci. Trattandosi fondamentalmente di erbicidi ad uso agricolo e infrastrutturale, si spiega nel documento, l'inquinamento che ne deriva è di tipo diffuso, poiché dovuto a una pluralità di sorgenti non individuabili.
ERBICIDI
Stante l'elevata persistenza dei metaboliti trazinici, si ritiene che non si possa pervenire a una riduzione delle concentrazioni in tempi brevi. Nell'alta pianura pordenonese si sono poi registrate nel tempo alcune contaminazioni di area vasta: una da tetracloroetilene proveniente dal sito ex Infa di Aviano, una da triclorometano (cloroformio) originatasi probabilmente nell'ambito urbano del paese di Aviano e diffusasi con direzione nord-sud fino alla fascia delle Risorgive e una contaminazione storica di bromacile (erbicida) a sud della base militare, attualmente in forte attenuazione.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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