In pensione Saracchini simbolo della lotta al cancro

Lunedì 18 Gennaio 2021
IL SALUTO
PORDENONE È andata in pensione la dottoressa che ha ridato dignità alle donne in terapia per tumori della mammella, portando le pazienti in trattamento chemioterapico addirittura a sfilare in passerella con l'orgoglio della propria forza. A fine 2020 ha lasciato la corsia del Cro di Aviano l'oncologa Silvana Saracchini. Nata a Bolzano, da 50 anni a Pordenone, ha seguito migliaia di pazienti con tumore alla mammella negli ultimi 30 anni. Per molte donne è il simbolo della lotta al cancro anche quando la cura significa essere aggressivi almeno quanto la malattia.
LA CARRIERA
Entrata in servizio come medico volontario al Cro nel 1985, dove è rimasta per quattro anni, ha successivamente prestato servizio per 10 anni all'ospedale di Venezia. Rientrata a Pordenone, ha svolto servizio per altri 22 anni all'Azienda ospedaliera cittadina e dal 2018 anche al Cro, in conseguenza dell'integrazione dell'Oncologia di Pordenone con l'Istituto nazionale tumori di Aviano. Nel 2004 contribuisce alla creazione all'interno dell'ospedale di Pordenone della Breast Unit, assieme a Maria Clorinda Manocchi e, successivamente, ad Anna Bassini per la Radiologia Senologica, Elvia Micheli per la Chirurgia Senologica, Sandro Sulfaro e Wally Marus per l'Anatomia Patologica, Giuseppina Gusso e Stefania Manente per la Medicina Nucleare, infermiere professionali come Chiara Bortolotto e Patrizia Portolan per il Servizio di Psicologia. Si forma così l'Unità Senologica, un team multidisciplinare, che si prende carico delle pazienti in ogni singolo aspetto dell'iter terapeutico, trasversale ai reparti.
ECCELLENZA
Il reparto mezzanino dell'Oncologia di Pordenone, pur trattandosi di un ospedale non specializzato, è stato per anni un reparto dove l'approccio clinico e terapeutico trovavano forza anche nel rapporto stretto tra medico e paziente. Da un lato l'oncologa sensibile da sempre a terapie e protocolli innovativi, al fine di migliorare la sopravvivenza delle pazienti, partecipando a studi multicentrici internazionali e sperimentando procedure destinate a diventare pratica clinica quotidiana. Dall'altro, il medico che accanto a Renza Zanon (compianta presidente dell'Andos di Pordenone) ha introdotto un altro modo di intendere la cura del paziente.
I PROGETTI
Con Saracchini e Zanon sono stati avviati diversi progetti per la qualità della vita dopo la diagnosi di carcinoma mammario: nel 2011 è approdato il progetto internazionale La forza e il sorriso (patrocinato da Cosmetica Italia), un laboratorio di trucco corredato da prodotti di valore, donati alle pazienti in terapia antitumorale per imparare come utilizzare il trucco per attenuare gli effetti collaterali dei farmaci. Negli anni duemila Saracchini inizia a produrre spettacoli di teatro e sfilate in abito lungo: a salire sul palco sono le donne che portano sul viso e sul corpo le cicatrici delle cure chirurgiche e farmacologiche, diventando così testimonial di vita. E ancora il progetto finalizzato al sostegno delle donne in cura, con l'allestimento di uno spazio all'interno dell'ospedale per l'esecuzione delle tecniche di visualizzazione e rilassamento tenute dalla psicologa Elisa Scian alle pazienti poco prima di sottoporsi alla chemioterapia.
E ADESSO ANDOS
Alle terapie tradizionali Saracchini ha affiancato un percorso di terapie complementari, come la pratica dell'agopuntura, interessandosi anche di nuove procedure per la diagnosi e il trattamento dell'osteoporosi indotta dalle terapie oncologiche. L'impegno di Saracchini speso a favore della qualità della vita delle pazienti proseguirà ancora in collaborazione con il comitato Andos di Pordenone ora guidato da Marisa Zanella.
Alessandra Betto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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