IL BILANCIO
PORDENONE La somma si deve dividere in due: da una parte ci sono i soldi erogati direttamente dal sistema sanitario della Regione; dall'altra quelli corrisposti dall'assicurazione a cui si affida l'Azienda sanitaria. Il conto è salato, perché in cinque anni si arriva a toccare i 12 milioni di euro. È la posta riservata a tutti i risarcimenti che hanno comportato una fuoriuscita di denaro dalle casse dell'Azienda: nel calderone c'è dentro tutto, anche danni minori provocati da eventi fortuiti al patrimonio privato di chi in quel momento si trovava nelle pertinenze dell'Azienda sanitaria. C'è però soprattutto il malloppo rappresentato dai risarcimenti in seguito a danni subiti a causa ad esempio di prestazioni mediche o simili. Il cittadino, in questo caso, ha dieci anni di tempo per ricorrere. Ciò significa che ancora oggi l'Azienda sanitaria ha sulle spalle il peso di fatti successi nella scorsa decade. E il sistema sanitario regionale spende. Nel dettaglio, circa 12 milioni di euro in cinque anni per risolvere situazioni a volte in stallo e a volte dimenticate per poi essere improvvisamente riesumate a causa di una sentenza. Tra le poste di bilancio, infatti, ci sono anche i cosiddetti casi-limite, che sono quelli in cui la richiesta di risarcimento finisce in tribunale. È lì che si decide, ad esempio, se c'è stata o meno una negligenza da parte del personale medico o infermieristico, e di conseguenza - in sede civile - anche l'ammontare del danno da risarcire. Nel 2018, l'ultimo anno con i dati già a disposizione, i risarcimenti hanno raggiunto quasi 1,7 milioni di euro. Non tutte le spese sono a carico del sistema sanitario regionale. Le cifre più alte, infatti, sono coperte dall'assicurazione.
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© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE La somma si deve dividere in due: da una parte ci sono i soldi erogati direttamente dal sistema sanitario della Regione; dall'altra quelli corrisposti dall'assicurazione a cui si affida l'Azienda sanitaria. Il conto è salato, perché in cinque anni si arriva a toccare i 12 milioni di euro. È la posta riservata a tutti i risarcimenti che hanno comportato una fuoriuscita di denaro dalle casse dell'Azienda: nel calderone c'è dentro tutto, anche danni minori provocati da eventi fortuiti al patrimonio privato di chi in quel momento si trovava nelle pertinenze dell'Azienda sanitaria. C'è però soprattutto il malloppo rappresentato dai risarcimenti in seguito a danni subiti a causa ad esempio di prestazioni mediche o simili. Il cittadino, in questo caso, ha dieci anni di tempo per ricorrere. Ciò significa che ancora oggi l'Azienda sanitaria ha sulle spalle il peso di fatti successi nella scorsa decade. E il sistema sanitario regionale spende. Nel dettaglio, circa 12 milioni di euro in cinque anni per risolvere situazioni a volte in stallo e a volte dimenticate per poi essere improvvisamente riesumate a causa di una sentenza. Tra le poste di bilancio, infatti, ci sono anche i cosiddetti casi-limite, che sono quelli in cui la richiesta di risarcimento finisce in tribunale. È lì che si decide, ad esempio, se c'è stata o meno una negligenza da parte del personale medico o infermieristico, e di conseguenza - in sede civile - anche l'ammontare del danno da risarcire. Nel 2018, l'ultimo anno con i dati già a disposizione, i risarcimenti hanno raggiunto quasi 1,7 milioni di euro. Non tutte le spese sono a carico del sistema sanitario regionale. Le cifre più alte, infatti, sono coperte dall'assicurazione.
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