IL PROGETTO
PORDENONE L'assemblea straordinaria della ProPordenone dice sì

Lunedì 11 Novembre 2019
IL PROGETTO PORDENONE L'assemblea straordinaria della ProPordenone dice sì
IL PROGETTO
PORDENONE L'assemblea straordinaria della ProPordenone dice sì all'unanimità al progetto di acquisto dell'immobile ex Bernardi per l'ampliamento della sede e scrive quella che il presidente emerito Alvaro Cardin definisce una bella pagina per la città di Pordenone. Di fatto, il via a un progetto di rilancio e di ripensamento dell'associazione per rispondere alla nuova realtà. Il progetto è quello che il presidente Giuseppe Pedicini aveva già anticipato nei giorni scorsi, portato avanti in accordo con l'intero Consiglio direttivo: L'anno scorso ha ricordato si era chiuso con una piccola polemica sui giornali dopo che abbiamo ritirato la nostra adesione a Villa Cattaneo. In realtà, non potevamo dirlo, ma stavamo pensando già a un nuovo progetto. E il progetto è quello, appunto, di un ripensamento dell'associazione: Tantissime sono state le iniziative nate all'interno della ProPordenone che poi hanno cominciato a camminare con le proprie gambe. Oggi siamo a vent'anni oltre il 2000 e dobbiamo ripensare a questa nostra associazione. Non siamo più la ProPordenone degli albori. Ed ecco che nasce questo progetto. Tutto comincia all'inizio dell'anno, quando si rendono disponibili i locali ex Bernardi che si trovano proprio accanto alla sede della ProPordenone, acquisita anni fa durante la presidenza di Giuseppe Pezzot.
POLO CULTURALE
«Il cuore di questa iniziativa continua Pedicini diventerà l'Archivio della memoria storica della città di Pordenone. Nel nuovo immobile troverà infatti finalmente casa l'immane quantità di materiale della collezione Argentin, oltre a una raccolta di tutti i libri pubblicati sulla città, che alcune case editrici si sono già rese disponibili a fornire. Sarà un centro culturale, dinamico, aperto, che guarda alla sua memoria storica continua il presidente -. Il luogo migliore per conoscere la città. Gli uffici traslocheranno dalla sede attuale all'ala destra dell'immobile, per fare posto alla scuola di musica, mentre lo spazio centrale accoglierà la sala polivalente. Dal punto di vista economico, un'operazione da 140mila euro per il solo acquisto dell'immobile (più 4.500 euro per le spese relative al passaggio di proprietà) al quale dovrà seguire l'adeguamento degli spazi, ossia due locali da 158 e 115 metri quadri rispettivamente. La parte più consistente, 80mila euro, arriverà da un mutuo decennale a tasso zero concesso dalla BccPn. E' una cifra che siamo in grado di pagare assicura Pedicini e ci darà la possibilità, con l'inizio dell'anno nuovo, di entrare in possesso dei nuovi locali. Più complessa la fase successiva, alla quale il presidente dice di voler procedere per step: Altre associazioni del nostro territorio hanno ottenuto contributi pubblici per l'acquisto della sede. Noi abbiamo provveduto da soli, chiederemo aiuto per la fase successiva. Ma ci rivolgeremo anche ai privati, come abbiamo fatto in passato trovando buoni riscontri. L'iniziativa ha l'appoggio del presidente emerito Cardin, che la definisce quanto mai significativa perché Pordenone, per tutta una serie di ragioni, ha autenticamente bisogno di trovare se stessa, dell'assessore Pietro Tropeano (La ProPordenone crede nel futuro, vuole un futuro che sia un patto per la comunità) e del consigliere regionale Chiara Da Giau (quando si decide di mettere su casa, è sempre un segnale positivo). Mentre Sergio Bolzonello spinge affinché il progetto si realizzi in tempi rapidi: «In questa assemblea straordinaria i soci della ProPordenone decidono di non limitarsi a sopravvivere, ma di creare un polo culturale che potrà trasformarsi in qualcosa di straordinariamente importante per la città. Io penso che ci sia la necessità di andare velocemente al compimento di questa operazione. È vero che i passi vanno fatti sulla base della disponibilità economica, senza indebitarsi, come dimostrano anche le vicende passate della ProPordenone, però io penso che oggi ci sia la necessità che la città dia una risposta veloce».
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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