Il procuratore «Scoveremo chi lo ha aiutato nelle fughe»

Sabato 25 Maggio 2019
LA DICHIARAZIONE
PORDENONE «Lorenzo Kari era in carcere a Pordenone su custodia cautelare del gip poi, per motivi di salute, era stato trasferito al Cro di Aviano - la dichiarazione del procuratore Raffaele Tito -. Ma pochi giorni dopo, nell'agosto 2015, forse anche millantando conoscenze e rivelazioni sull'omicidio di Teresa e Trifone, forse come contropartita, era scappato. Dopo lunghe indagini condotte dalla Procura di Udine e dai Carabinieri, era stato arrestato nell'aprile 2017. Ma ancora una volta per motivi di salute aveva ottenuto gli arresti domiciliari nell'agosto 2017 e ovviamente pochi giorni dopo era evaso nuovamente. Da allora, pur avendo una grave malattia, tanto da non poter restare in carcere, ha vissuto dormendo nei campi o in macchina, godendo di protezione anche economica e trascurando le cure. Ora, dopo mesi di attività della Questura di Pordenone, è stato nuovamente arrestato. Le indagini sono state lunghe e difficili. Io mi auguro, dopo tante fatiche e tanti soldi spesi, che finalmente Kari sconti in carcere la pena che i giudici gli hanno più volte inflitto; la sconti se non altro per rispetto a imputati e condannati che hanno accettato le proprie condanne. E mi auguro che questa volta i giudici che dovranno valutare la sua posizione comprendano finalmente di che pasta è fatta questa persona e non si accontentino di qualche volante certificato medico. Noi da parte nostra affronteremo, da oggi e con decisione, un ulteriore capitolo investigativo: svelare e capire come, con quali risorse e complicità, Kari abbia potuto restare latitate per due volte e ogni volta per due anni, nel Nord Est. Saranno svolte anche indagini sui certificati medici, per constatarne o meno la diagnosi ivi riportata, Non è una minaccia, ma una promessa.
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