IL PROCESSO
PORDENONE Il match del 16 dicembre 2018 tra Pedemontana Livenza Rugby

Giovedì 17 Dicembre 2020
IL PROCESSO PORDENONE Il match del 16 dicembre 2018 tra Pedemontana Livenza Rugby
IL PROCESSO
PORDENONE Il match del 16 dicembre 2018 tra Pedemontana Livenza Rugby e Grifoni Oderzo Rugby sta continuando su due fronti in Tribunale. Il pm Maria Grazia Zaina ha chiesto il rinvio a giudizio di Riccardo Amadeus Fabris, 26enne di Oderzo, per lesioni gravissime: durante una mischia avrebbe staccato con un morso il lobo destro di Marco Chesani, pilone della squadra di Polcenigo. Ha anche chiesto l'archiviazione della denuncia presentata da Fabris: si è sentito diffamato da un post di Chesani pubblicato su Facebook e dai commenti di altre dieci persone a loro volta finite nel registro degli indagati. Ieri, nell'udienza del gup Giorgio Cozzarini, sono stati affrontati entrambi i procedimenti. Gli avvocati Francesca Ginaldi e Martina Piovesana si sono infatti opposte all'archiviazione della presunta diffamazione aggravata, decisione che il Pm ha fondato sul fatto che Chesani, quando dal pronto soccorso scriveva sui social che «il Rugby Oderzo farebbe bene a educare» di più i suoi giocatori, era in uno stato d'ira provocato da un fatto ingiusto.
LE LESIONI
Per la vicenda dell'orecchio mozzato i legali di Fabris - a fianco di Ginaldi c'è il collega Marco Rebecca - ieri hanno fatto istanza di rito abbreviato chiedendo il rigetto della perizia di parte. L'avvocato Fabrizio Leone a quel punto si è costituito parte civile con riserva di integrare la consulenza del medico legale Paolo Fattorini al fine di quantificare il danno. La battaglia di perizie che si profila all'orizzonte ha spinto il giudice a nominare un consulente tecnico d'ufficio, che sarà il medico legale Barbara Polo Grillo. «Chesani - puntualizza Leone - ha subito due operazioni e ha un'invalidità del 5%, perchè la menomazione è permanente, non essendo riusciti i medici a riattaccare il lobo. Ha avuto 42 giorni di prognisi». Ma la perizia della difesa è di segno opposto. «Non è affatto pacifico - afferma Ginaldi - che si tratti di un morso e che sia attribuibile al mio assistito. Il nostro perito attribuisce lo scollamento del lobo a un fortissimo sfregamento durante l'azione di gioco». Insomma, prima di accertare se Fabris sia il morsicatore indicato dalla Procura, bisognerà stabilire se si sia effettivamente trattato di un morso.
GIUSTIZIA SPORTIVA
La vicenda tiene banco da due anni. La giustizia sportiva il 15 ottobre 2019 aveva sanzionato la società trevigiana con 500 euro riconoscendo la responsabilità oggettiva, ma non era riuscita a individuare l'autore del morso. Il 10 gennaio scorso la Corte federale d'appello della Federazione italiana rugby aveva ribaltato la sentenza squalificato Fabris per un anno e applicandogli per altri 12 mesi l'interdizione. Adesso si gioca su un terreno di gioco più pesante, perchè potrebbe comportare conseguenze a livello penale e civile. Il 10 marzo si ripartirà dalla nomina del consulente del gup. Sull'opposizione alla richiesta di archiviazione per le presunta diffamazione, invece, il giudice si è riservato.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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