Il mister: «Mai detta quella frase»

Mercoledì 20 Novembre 2019
Il mister: «Mai detta quella frase»
UN UOMO NEL MIRINO
SACILE «Mi sento distrutto, i mass-media nazionali hanno voluto dipingermi come un mostro. Ma io non sono così. Lo sa bene chi mi conosce. Soprattutto, lo sanno i miei 28 ragazzi del gruppo Esordienti 2007 del Fontanafredda e i loro genitori. In questo momento sento forte la loro fiducia, come quella della società rossonera, e questo mi permette di andare avanti». Flavio Giust, il 42enne allenatore colpito dal provvedimento che lo obbliga a restare lontano dai campi di calcio, con la notifica di lunedì pomeriggio ha vissuto un momento terribile. Poi, un po' alla volta, ha cominciato a rialzare la testa. Partendo da una considerazione. «Non ho mai insultato il dirigente arbitro della partita giocata il 9 novembre al XXV Aprile di Sacile, dandogli del terrone o comunque utilizzando termini che manifestino discriminazione su base territoriale - garantisce -. Ci sono i testimoni che possono garantirlo e spero che vengano tutti ascoltati al più presto. Di sicuro mi rivolgerò al Tar per una sospensione del Daspo». Ad assisterlo potrebbe essere l'avvocato udinese Nadir Plasenzotti, esperto in materia di diritto sportivo.
TENSIONE
«All'inizio - racconta Giust, ex difensore e centrocampista di carattere - ho pensato che dietro questa denuncia potesse esserci il disegno personale di qualche genitore che nutra una forma risentimento nei miei confronti o ai danni del Fontanafredda». Perché mai? «Non saprei dirlo. In ogni caso, riflettendo, sono giunto alla conclusione che non può essere così - ammette -. Durante la gara riconosco di aver detto tre parolacce, che nella tensione del momento mi sono scappate di bocca, ma non erano rivolte né a chi la stava dirigendo né, tantomeno, ai piccoli protagonisti in campo o in panchina. Ho chiesto conforto all'accompagnatore e me lo ha confermato. Del resto io ho un figlio che gioca a pallone: che razza di esempio sarei per lui?». Sui campi succede, complice la trance agonistica, di dire o fare cose sbagliate. Mister Giust però nega ogni forma d'insulto, riprende fiato e non demorde: «Alleno e ho responsabilità precise, mi difenderò in tutti i modi da accuse che non merito. Nel referto arbitrale che ci è stato rilasciato a fine partita non c'è traccia di questo mio presunto comportamento, quel foglio è rimasto bianco e immacolato». Non solo. «Da quattro stagioni seguo i talentini rossoneri e prima avevo fatto lo stesso con quelli sacilesi - sottolinea -. Se fossi agitato ne avrei persi tanti per strada, invece sono ancora tutti con me e godo dell'appoggio di famiglie e società». A proposito: sabato pomeriggio il suo gruppo giocherà a Villanova, mentre gli altri della squadra Esordienti affronteranno la Spal Cordovado. Lui naturalmente non potrà essere a bordocampo. Cosa farà? «Penso proprio che resterò a casa - ipotizza -, a seguire la partita via telefono o in streaming con qualche genitore». Per la cronaca, la sfida incriminata del XXV Aprile era finita in parità nel conteggio dei tempi e con il successo dei rossoneri in termini di gol segnati.
COMITATO FEDERALE
E la giustizia sportiva? Ermes Canciani, presidente del Comitato regionale federale, fa il punto: «Nel referto non compare nulla su quanto accertato dalla Questura, significa che l'episodio incriminato non è stato percepito dal dirigente arbitro. Non entro quindi nel merito della vicenda. Tuttavia provo rammarico per il fatto che, prima di assumere una decisione così grave su un nostro tesserato, non ci sia stato il coinvolgimento almeno della Delegazione provinciale. Il Fontanafredda è sempre stata una realtà esemplare nella condotta dei suoi tesserati, mentre l'allenatore è conosciuto per il suo lavoro con i ragazzi e prima ancora per una carriera trentennale da atleta priva di sanzioni disciplinari rilevanti».
Pier Paolo Simonato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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