Il dormitorio non si farà I richiedenti asilo restano per strada

Venerdì 17 Novembre 2017
PROFUGHI
PORDENONE Si allontana l'ipotesi dell'apertura di un dormitorio da parte della Croce rossa, per accogliere le decine di persone che trascorrono la notte all'addiaccio nei pressi della ex caserma Monti o in altri luoghi della città. Bocche cucite dopo il vertice convocato ieri dal prefetto Maria Rosaria Laganà proprio per affrontare questa questione e al quale hanno preso parte il sindaco Alessandro Ciriani e l'assessore Emanuele Loperfido per l'amministrazione e dal presidente Giovanni Antonaglia in rappresentanza del comitato locale della Croce rossa. Nessuna dichiarazione ufficiale, per ora, sugli esiti dell'incontro, che saranno resi noti oggi dal prefetto Laganà. Da indiscrezioni, tuttavia, la linea sarebbe quella del no alla struttura di accoglienza, né sul territorio del Comune di Pordenone, né su quello dei Comuni contermini, da parte dei quali, tuttavia, non vi sarebbe stato in questi mesi alcun segnale di disponibilità. L'alternativa, soprattutto per affrontare l'imminente calo delle temperature, dovrebbe dunque orientarsi - come già accaduto lo scorso anno - verso la collaborazione con le parrocchie e con altre associazioni disponibili a fare la loro parte. Amministrazione comunale e Prefettura, del resto, conterebbero anche sugli impegni assunti nei giorni scorsi dal prefetto Mario Morcone in rappresentanza del Ministero dell'Interno, che all'amministrazione comunale ha annunciato a partire da gennaio 2018 novità sia in termini di rimpatri, sia di spostamenti di richiedenti asilo in altre regioni. Se confermata, questa linea condivisa al tavolo della Prefettura manderebbe definitivamente in archivio il progetto al quale la Croce rossa ha lavorato per mesi, di una struttura che offrisse un riparo a tutti coloro (inevitabilmente per la maggior parte richiedenti asilo e migranti a vario titolo presenti sul territorio, ma anche italiani in situazione di difficoltà) che non hanno un posto in cui trascorrere la notte, soprattutto alla vigilia dell'emergenza freddo. Il progetto aveva già subito un brusco stop all'inizio di agosto, quando allo stesso tavolo prefettizio era stato bocciato il progetto dell'apertura del dormitorio in un immobile di via Rotate, nella zona di viale Grigoletti, che avrebbe dovuto svolgere contemporaneamente anche la funzione di mensa. All'epoca, tuttavia, la Prefettura aveva preso atto delle criticità del progetto, a cominciare dall'opposizione dei residenti, aprendo tuttavia a una soluzione alternativa che la Croce rossa si è immediatamente impegnata a cercare. E l'obiettivo è stato raggiunto in tempi relativamente brevi per quanto riguarda il refettorio, sistemato dall'inizio di settembre in un locale all'interno del Villaggio del fanciullo, messo a disposizione dall'Opera Sacra famiglia. Lì da quasi tre mesi la Croce rossa fornisce quotidianamente il pasto serale a un numero di persone che varia da 40 a 60, come del resto già faceva da mesi nella sua sede di via Cappuccini. Ben più difficile si è rivelata la ricerca di una struttura da adibire a dormitorio, anche a causa della mancata collaborazione da parte dei Comuni. Intanto restano una sessantina i richiedenti che dormono per strada.
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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