Il Comune stanga il bar Marconi

Martedì 12 Novembre 2019
LA STRETTA
PORDENONE Il bar Marconi paga il prezzo più alto di tutti. Dopo le due chiusure in altrettanti anni (2018 e 2019) decise dalla Questura, ieri pomeriggio si è abbattuta la scure del Comune, che attraverso lo Sportello unico delle attività produttive ha deciso di revocare la licenza dell'esercizio commerciale che si affaccia sulla Prefettura di Pordenone.
LA DECISIONE
Il locale, di proprietà di un cittadino di nazionalità cinese, oggi non potrà riaprire. Anzi, sotto l'attuale gestione non potrà più farlo. Era stata la Questura, a fine luglio, a consigliare al Comune l'iter necessario alla revoca della licenza. L'amministrazione Ciriani, sentito per un parere consultivo anche il prefetto Maria Rosaria Maiorino, ha riscontrato gli estremi per emettere un provvedimento che ha un solo altro precedente negli ultimi 12 mesi, cioè la revoca della licenza che ha colpito la pizzeria Piacere pizza di via Tessitura. «Al bar Marconi - ha spiegato l'assessore Emanuele Loperfido commentando l'emissione del provvedimento - .è stata riscontrata una situazione di reiterata pericolosità sociale, legata sia ad episodi di violenza che a fatti collegati allo spaccio e al consumo di sostanze stupefacenti. Per questo, dopo aver sentito il prefetto, abbiamo scelto di intervenire con la misura più drastica». I PRECEDENTI
Il bar Marconi era stato chiuso una prima volta nel luglio del 2018: all'interno del locale erano state trovate confezioni in cellophane termosaldate, quindi adattate ad ospitare dosi di stupefacenti, e anche una siringa monouso. Allora l'esercizio fu chiuso per un mese. Dopo un anno esatto un'altra chiusura, stavolta per 45 giorni e a causa dell'aggressione da parte di un cliente alterato dall'alcol nei confronti di una ragazzina. Nel corso di alcuni controlli effettuati dalla polizia di Stato, all'interno del locale erano stati identificati ripetutamente avventori con precedenti per della prostituzione, associazione a delinquere, ubriachezza, stupefacenti, lesioni personali, percosse, resistenza a pubblico ufficiale. Solo pochi giorni fa, lo stesso bar era stato messo in vendita sul portale subito.it, con tanto di provocazione. «Nell'ottica della tanto bramata riqualificazione di Pordenone si cede l'attività. Se qualcuno è interessato a mantenere in vita un locale storico o conosce chi può esserlo, meglio un italiano per bene, mi contatti pure», aveva scritto Maribel Ruiz, barista del Marconi. Aveva anche aggiunto: «Ormai abbiamo paura di lavorare e timore che qualsiasi cosa accada ci possano chiudere il locale».
IN PIAZZA RISORGIMENTO
Intanto un altro bar colpito da due chiusure nel giro di pochi mesi, il Tiffany di piazza Risorgimento, cambierà gestione. Dalla proprietà cinese si passerà nelle mani di un imprenditore albanese. A lui il compito di risollevare il locale in una zona difficile della città.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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