NUOVI FONDI
PORDENONE Finanziamento da 250mila euro per l'Unione del Noncello dal Fondo paesaggistico, grazie al progetto Itinerari del cibo, primo classificato in graduatoria a livello regionale. Lo annuncia il presidente dell'Uti Giuseppe Gaiarin: «L'insediamento della conurbazione pordenonese posto sui bordi delle risorgive - spiega - vive di un vantaggio che molte città non hanno: un patrimonio ambientale e culturale di grande valore, capace di essere attrattivo non solo per gli abitanti, ma anche di costruire una offerta turistica più complessa. Per questo motivo - continua -, abbiamo creduto fin dall'inizio a un progetto che, attraverso l'individuazione di una ventina di sentieri urbani e strade campestri, propone una sorta di rete di mobilità lenta locale. Ma ciò che contraddistingue più di ogni altra cosa questo progetto è la scelta di leggere questi percorsi come itinerari del cibo, che uniscano le richieste di salute e di piacere dei cittadini e migliorino il rapporto tra produttori e consumatori. Ogni percorso promuoverà cioè dei prodotti e racconterà il tessuto economico, fatto di imprese enogastronomiche, agroalimentari e turistiche che saranno evidenziate all'interno di ogni percorso».
I percorsi permetteranno di esplorare la città fino alla campagna, «un ambiente costellato di luoghi di straordinario interesse paesaggistico come quello della chiesa di Pieve e del Sentiron, oppure le grandi ville, luoghi della memoria come il Portovieli a Porcia o spazi ancora riconoscibili per le loro antiche funzioni come il porto della Brentella, per raggiungere storici guadi, vecchi capitelli, i resti degli opifici pre-industriali; dall'altra parte si potranno conoscere i luoghi dell'agricoltura a km0 del territorio, permettendo agli agricoltori di uscire dalla morsa della crisi delle filiere lunghe proponendo cibo locale, e ai cittadini di essere più garantiti come consumatori».
«Integrare le capacità dell'offerta turistica cittadina con quella di un patrimonio culturale diffuso e del paesaggio naturale e agricolo, costruendo un nuovo rapporto identitario tra cibo e territorio - conclude - ci sembra il modo migliore per permettere alla città dei 100mila di crescere nel consenso dei visitatori del Fvg».
L.Z.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Finanziamento da 250mila euro per l'Unione del Noncello dal Fondo paesaggistico, grazie al progetto Itinerari del cibo, primo classificato in graduatoria a livello regionale. Lo annuncia il presidente dell'Uti Giuseppe Gaiarin: «L'insediamento della conurbazione pordenonese posto sui bordi delle risorgive - spiega - vive di un vantaggio che molte città non hanno: un patrimonio ambientale e culturale di grande valore, capace di essere attrattivo non solo per gli abitanti, ma anche di costruire una offerta turistica più complessa. Per questo motivo - continua -, abbiamo creduto fin dall'inizio a un progetto che, attraverso l'individuazione di una ventina di sentieri urbani e strade campestri, propone una sorta di rete di mobilità lenta locale. Ma ciò che contraddistingue più di ogni altra cosa questo progetto è la scelta di leggere questi percorsi come itinerari del cibo, che uniscano le richieste di salute e di piacere dei cittadini e migliorino il rapporto tra produttori e consumatori. Ogni percorso promuoverà cioè dei prodotti e racconterà il tessuto economico, fatto di imprese enogastronomiche, agroalimentari e turistiche che saranno evidenziate all'interno di ogni percorso».
I percorsi permetteranno di esplorare la città fino alla campagna, «un ambiente costellato di luoghi di straordinario interesse paesaggistico come quello della chiesa di Pieve e del Sentiron, oppure le grandi ville, luoghi della memoria come il Portovieli a Porcia o spazi ancora riconoscibili per le loro antiche funzioni come il porto della Brentella, per raggiungere storici guadi, vecchi capitelli, i resti degli opifici pre-industriali; dall'altra parte si potranno conoscere i luoghi dell'agricoltura a km0 del territorio, permettendo agli agricoltori di uscire dalla morsa della crisi delle filiere lunghe proponendo cibo locale, e ai cittadini di essere più garantiti come consumatori».
«Integrare le capacità dell'offerta turistica cittadina con quella di un patrimonio culturale diffuso e del paesaggio naturale e agricolo, costruendo un nuovo rapporto identitario tra cibo e territorio - conclude - ci sembra il modo migliore per permettere alla città dei 100mila di crescere nel consenso dei visitatori del Fvg».
L.Z.
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