IL CASO
PORDENONE Parte la gara d'appalto per i lavori di riqualificazione dello

Giovedì 23 Maggio 2019
IL CASO
PORDENONE Parte la gara d'appalto per i lavori di riqualificazione dello stadio Tognon di Fontanafredda. I lavori dovevano servire ad ospitare le partite casalinghe del Pordenone Calcio, e nonostante la didascalia del finanziamento, che recita testualmente «realizzazione di un impianto sovracomunale», i fondi erano destinati proprio al futuro dei ramarri. Poi è arrivato il gran rifiuto del presidente del club calcistico, Mauro Lovisa, e la conseguente decisione di realizzare - in futuro - un impianto di proprietà a Pordenone. Così si è scelto di cambiare rotta e di trasformare un appalto per rimanere fondamentalmente sullo stesso spartito, però con qualche nota di tono diverso.
L'ANNUNCIO
«Siamo partiti con la gara d'appalto per la trasformazione dello stadio Tognon di Fontanafredda - ha spiegato l'assessore Pordenonese Walter De Bortoli -, ma i lavori non saranno gli stessi che dovevano riguardare il futuro del Pordenone Calcio. Risparmieremo circa 200 mila euro, perché non dovremo realizzare le opere relative all'adeguamento del campo per la Serie C». Tantomeno per la Serie B, sarebbe da aggiungere. In poche parole, l'opera andrà avanti, ma rivista. Ad esempio non si procederà all'installazione dei tornelli, ma si preparerà il nuovo Tognon con una serie di interventi legati all'impiantistica: non saranno posati i cavi per la videosorveglianza, ma le canaline sì, così se un giorno l'impianto tornerà utile per il professionismo non si dovranno spendere altre centinaia di migliaia di euro.
I TEMPI
Il nuovo Tognon di Fontanafredda dovrebbe essere pronto per settembre. Saranno sistemate anche le tribune del vecchio impianto, mentre all'esterno del perimetro nascerà un nuovo terreno di gioco in erba sintetica. Tutto secondo progetto, a parte i 200 mila euro figli del risparmio post-rifiuto di Lovisa che saranno reinvestiti per ulteriori migliorie da apportare al cam po sportivo.
Si chiude così una vicenda durata anni, iniziata con un contributo regionale di poco inferiore ai 3 milioni di euro che doveva servire a garantire una casa al Pordenone, e che invece oggi tornerà utile al Fontanafredda e alla cittadina. Una società, quella rossonera, che non aveva mai chiesto così tanti soldi; un ente, quello del paese ai confini con Porcia e Pordenone, che probabilmente con tre milioni avrebbe fatto ben altro per i suoi cittadini.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci