IL CASO
PORDENONE Pannelli fonoassorbenti, mezzi meno rumorosi e un'indagine

Mercoledì 23 Giugno 2021
IL CASO
PORDENONE Pannelli fonoassorbenti, mezzi meno rumorosi e un'indagine interna per valutare il livello delle criticità segnalate da numerosi cittadini. Giuseppe Bortolussi, amministratore delegato dell'Interporto di Pordenone, si è attivato per risolvere una serie di problemi che rischiano di minare la tranquillità di chi vive a Borgomeduna e, in particolare, nella zona compresa tra le vie Udine, Azzano, Portogruaro, Volt de Querini e Sile. Rumori ma anche inquinamento e luci fastidiose. Se per l'ultimo problema sollevato una soluzione è stata già trovata, sugli alti due punti sono in corso delle valutazioni.
IL TERMINAL
L'ad di Interporto parte da un presupposto: «Il terminal è attivo a Pordenone dal 2019. Abbiamo lavorato senza grandi slanci nel 2020, poi da febbraio di quest'anno l'operatività è entrata a pieno regime. La società (svizzera) che gestisce il terminal ferroviario e il personale operante sono molto attenti e scrupolosi rispetto a qualsiasi dinamica. Non capisco invece puntualizza Bortolussi la questione dei fumi e dell'inquinamento. Le macchine in dotazione sono alimentate sia a gasolio che ad elettricità ma, comunque, di questo aspetto ne parlerò direttamente con la società». C'è poi la questione legata ai rumori. I residenti di Borgomeduna dicono, da qualche mese a questa parte, di essere disturbati anche nel cuore della notte. Un qualcosa di intollerabile, che sta mettendo a dura prova la loro sopportazione.
INDAGINE INTERNA
«Ho avviato un'indagine interna annuncia Bortolussi per fare luce sulla vicenda e, ovviamente, per porre rimedio al problema se le verifiche dovessero risaltarlo». Si sta parlando comunque di installare dei pannelli fonoassorbenti, che Arpa aveva consigliato a Rfi di posizionare ancora prima che nascesse il centro intermodale. L'azienda, però, non aveva allora i soldi necessari e tanto meno, nonostante le sollecitazioni arrivate anche dall'assessore Cristina Amirante, li ha adesso. Non sarà comunque un'operazione immediata. Ammesso che la Regione sia disposta a stanziare i soldi si parla di 2 milioni di euro sarà necessario avviare un'attività di progettazione e curvatura del suono. «Il mio ufficio tecnico sostiene Bortolussi è già al lavoro per cercare di stringere il più possibile i tempi. Siamo decisi a prendere in mano la situazione, occupandocene direttamente».
I PANNELLI
I pannelli andrebbero installati dalla Fiera sino oltre la Savio, lungo un percorso di un chilometro e 300 metri. «Sarà necessario svolgere un lavoro certosino afferma l'ad di Interporto per posizionare barriere fonoassorbenti in grado di catturare qualsiasi sibilo. In grado di catturare sibilo di rumore Se siamo bravi, entro la primavera del prossimo anno i lavori saranno conclusi». Intanto il consigliere regionale Sergio Bolzonello ha presentato un'interrogazione alla giunta regionale affinché, nel prossimo assestamento di bilancio, siano previste risorse per avviare interventi volti a mitigare il rumore nell'area del Centro intermodale. «La qualità della vita dei cittadini di Borgomeduna e di Villanova va tutelata - sostiene - garantendo loro la serenità che sta mancando da mesi a causa del rumore provocato dall'attività incessante dell'interporto. Naturalmente l'operatività del centro va salvaguardata, cercando però di ridurre quanto più possibile il disturbo alle famiglie».
L'ASSESSORE
Per l'assessore Cristina Amirante il problema è vicino ad una soluzione: «Barriere fonoassorbenti e utilizzo di carri-ponte (al posto dei mulettoni) risolveranno i problemi segnalati da alcuni cittadini. Le soluzioni ci sono ha detto a FVG Channel BH Tv indipendentemente dalla voci che consiglieri di opposizioni, che mai si sono occupati di Interporto, stanno mettendo in giro nel tentativo di racimolare qualche voto». La colpa, secondo il consigliere Mario Bianchini (La Civica), sarebbe però proprio di Amirante: «I cittadini di Borgomeduna da due anni hanno lei come interlocutore, senza però che nulla sia stato risolto».
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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