IL CASO
PORDENONE Dall'ex sindaco di Riace alle volontarie della Rete solidale

Mercoledì 10 Novembre 2021
IL CASO
PORDENONE Dall'ex sindaco di Riace alle volontarie della Rete solidale no profit di Pordenone: ad accomunarli sono i cosiddetti processi per il «reato di solidarietà». Oggi, in Tribunale a Pordenone, si apre il procedimento contro tre attiviste e nove profughi accusati in concorso di aver occupato abusivamente un terreno altrui o pubblico e di deturpamento dello stesso, precisamente il parcheggio del Bronx durante l'emergenza profughi del 2017. Sono chiamati a risponderne Luigina Perosa, Elisabetta Michielin e Gabriella Loebau - difese dall'avvocato Laura Ferretti -, in quel periodo impegnate nell'assistenza a una settantina di migranti. Coimputati anche nove profughi senza fissa dimora che, avendo perso il diritto all'accoglienza, si erano sistemato nel dormitorio a cielo aperto di Borgo Sant'Antonio.
LA MANIFESTAZIONE
L'udienza in Tribunale sarà accompagnata da un sit in davanti al palazzo di giustizia con cartelli che come slogan avranno la frase #ceroanchio. Perché in quel periodo, oltre alle volontarie di Rete solidale, numerosi pordenonesi avevano contribuito portando coperte, piumini e vestiti caldi. «Al sit in - spiega Luigina Perosa - abbiamo invitato tutti coloro che in quel periodo ci hanno aiutato, che portino una coperta o i cartelli con la scritta #ceroanchio, affinché ci sia un'assunzione collettiva di responsabilità». Si tratta del primo processo del genere in Friuli Venezia Giulia e a gestirlo sarà il giudice Alberto Rossi.
LA DENUNCIA
La vicenda nasce da una denuncia da parte dell'Inail. «Non c'era un dormitorio in città - ricorda Luigina Perosa - Avevamo individuato degli stalli vuoti, per non lasciare tutte queste persone sotto la pioggia. Uno degli stalli era dell'Inail ed era stato affittato a una signora. Bastava ci avvertissero e ci saremmo spostati. Eravamo convinti che lo spazio fosse inutilizzato». È partita una denuncia, seguita da un blitz delle forze dell'ordine.
LO SGOMBERO
«Sono venuti a prenderli con la corriera - ricorda l'attivista di Rete solidale - In 60 sono stati portati via, gli altri nove non avevano più diritto all'accoglienza e sono stati denunciati». Erano i giorni in cui la rotta balcanica portava a Pordenone decine di migranti al giorno. Il sistema di accoglienza era in sofferenza, nonostante il coinvolgimento della Croce rossa. Nei parcheggi del Bronx, trasformato i un bivacco, si potevano vedere i giacigli dei migranti che non riuscivano a trovare altra sistemazione. Diversi pordenonesi cominciarono a portare cibo e coperte. Rete solidale si prodigò anche per recuperare un telo di plastica che uno punto scoperto li riparasse dalla pioggia. La denuncia dell'Inail ha sortito l'intervento delle forze dell'ordine e la successiva denuncia poi sfociata nel processo che verrà celebrato questa mattina. Il caso ha già valicato i confini regionali. Di Rete solidale si sono occupati Radio Popolare, Radio24 e diverse riviste online.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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