IL BILANCIO
PORDENONE Nell'anno della pandemia, aumentano del 40 per cento le

Venerdì 7 Maggio 2021
IL BILANCIO
PORDENONE Nell'anno della pandemia, aumentano del 40 per cento le richieste di aiuti alimentari alle quali il comitato pordenonese della Croce rossa ha dato risposta. Ma aumentano anche i volontari che in un primo momento magari temporaneamente e poi in maniera stabile si sono messi a disposizione della Cri, coprendo anche qualche defezione dovuta all'emergenza. Alla vigilia della Giornata internazionale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa, che ricorre domani, la Cri tira le somme di un anno di grande impegno su diversi fronti e in collaborazione con le istituzioni e con altre realtà del volontariato.
I VOLONTARI
Il comitato di Pordenone può contare su 523 volontari, di età compresa fra i 14 e i 75 anni, ai quali ne vanno aggiunti 18 appartenenti ad altri comitati della zona che collaborano in alcune attività: 38 le infermiere volontarie, 456 i volontari e 29 i componenti del corpo militare. Complessivamente, 118 sono gli under 32. Nel corso dell'ultimo anno l'attività delle infermiere volontarie si è inevitabilmente ridotta, mentre sono stati un centinaio gli interventi di assistenza ai voli notturni del 5. Reggimento Aves Rigel di Casarsa e 180 i brillamenti di ordigni bellici fra Veneto e Friuli.
LA PANDEMIA
«Fin dall'inizio spiega il presidente Giovanni Antonaglia il comitato di Pordenone ha collaborato con le amministrazioni comunali, e in particolare con il Centro operativo comunale di Pordenone, mettendo in campo una serie di iniziative per affrontare la crisi sanitaria e la crisi economica e sociale a essa collegata». Fra le attività, lo screening della temperatura nelle aziende, in Tribunale, nella Casa circondariale e all'ospedale di Pordenone (7.382 ore di attività), i tamponi antigenici rapidi (da dicembre 2020 a oggi ne sono stati eseguiti 4.614, oltre a 147 tamponi molecolari), lo sportello telefonico con due-tre volontari attivo sette giorni su sette, per ricevere richieste di aiuto di qualsiasi genere) e la partecipazione allo screening sierologico alla popolazione, in collaborazione con il Ministero della Salute, con 930 ore di call center e 394 test effettuati, fra quelli a domicilio e quelli in ambulatorio. Fra le attività, è aumentato il supporto alle comunità, in cui le richieste di aiuto sono cresciute del 40 per cento. Il giorno di Natale e quello di Santo Stefano sono stati distribuiti complessivamente circa quattrocento pasti. E una cinquantina di pasti a base di renga e baccalà sono stati distribuiti anche nel giorno delle Ceneri ad altrettanti anziani che hanno potuto così rivivere una tradizione: «Ci ha colpito moltissimo racconta il presidente la reazione di una signora anziana, che di fronte a questo gesto si è commossa e si è messa a piangere». I giovani volontari, invece, si sono dati un supporto reciproco nella Dad.
ALTRI NUMERI
Oltre 62mila i chilometri percorsi e 3.395 le ore di servizio per le attività di tutela della salute, come i servizi di trasporto organi (o, in un caso, di una intera équipe). Mille settecento i pacchi di aiuti alimentari e 445 le spese a domicilio, 170 le famiglie assistite, due i volontari inviati a Bergamo nella fase più drammatica della pandemia e uno all'assistenza migranti, 193 chilometri percorsi in convenzione con la Rianimazione dell'ospedale di Pordenone, per esempio per rifornire i pazienti ricoverati di biancheria pulita.
IL FUTURO
Fra gli obiettivi, quello di far crescere l'unità territoriale di Aviano sul fronte delle attività sociali, già avviate a Sacile e a Prata, oltre che a Pordenone, e dotare Prata di un nuovo mezzo. «Grazie a tutti i volontari della Cri, in particolare a quelli di Pordenone conclude Antonaglia, affiancato dal vice presidente Ludovico Mellina Bares che in questi anni mi hanno fatto vivere momenti indimenticabili e dato grandissime soddisfazioni. Anche in questo momento di pandemia hanno continuato a operare senza sosta per supportare le persone vulnerabili. Solo nel 2020 il comitato ha avuto più di cento nuovi ingressi nell'associazione, che hanno permesso di sopperire alle defezioni di volontari appartenenti a categorie a rischio o che hanno scelto di tutelare le persone vulnerabili del loro nucleo familiare».
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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