I FARMACI
PORDENONE Mentre a Udine è in corso la sperimentazione della terapia

Martedì 7 Aprile 2020
I FARMACI PORDENONE Mentre a Udine è in corso la sperimentazione della terapia
I FARMACI
PORDENONE Mentre a Udine è in corso la sperimentazione della terapia all'ozono, che ha ottenuto risultati incoraggianti nelle prime applicazioni pratiche, a Pordenone arriva il farmaco anti-artrite utilizzato per la prima volta all'istituto Pascale di Napoli. E anche al Santa Maria degli Angeli si dichiara guerra con altri mezzi al Coronavirus. La conferma ufficiale del via ai trattamenti arriva direttamente dalla direzione dell'assistenza farmaceutica dell'Azienda sanitaria pordenonese. Il farmaco si chiama Tocilizumab e solitamente veniva usato contro gli effetti dell'artrite reumatoide. Non agisce tecnicamente contro il virus, cioè non è un antivirale, ma può interrompere o sciogliere la catena di eventi negativi provocati dal virus stesso, in primis la polmonite. Il fenomeno infiammatorio, responsabile della gran parte dei decessi da Covid-19, verrebbe limitato dall'uso del farmaco sbarcato a Pordenone.
GLI EFFETTI
La sperimentazione al Santa Maria degli Angeli è appena partita, e le prime dosi sono state somministrate a due pazienti, uno dei quali però presentava un quadro clinico già compromesso. Il secondo è quello su cui si concentrano ora gli studi, e fortunatamente anche i risultati incoraggianti. Si tratta di una persona in gravi condizioni, che dopo la somministrazione del farmaco anti-artrite ha mostrato di reagire bene alla nuova terapia. Per fare chiarezza, non si tratta ancora di un'evidenza statistica, perché la sperimentazione riguarda di fatto un solo paziente. Ma il risultati ottenuti in via Montereale sono incoraggianti. E ora è pronto un secondo protocollo che riguarda lo stesso farmaco anti-artrite, che potrà essere usato non solo per il trattamento dei pazienti in gravissime condizioni, ma anche per lenire e aggredire in anticipo i sintomi di chi ancora non necessita delle cure intensive.
LE SCORTE
Le prime scorte importanti del prodotto sono arrivate in ospedale ieri. Per quanto riguarda le altre terapie che vengono utilizzate a Pordenone, domina l'associazione di tre anti-retrovirali impiegati nella lotta al virus dell'Hiv. Sempre più spesso vengono associati agli anti-malarici, che potranno essere impiegati anche per le cure a domicilio dei pazienti ancora positivi al Covid-19.
PROTEZIONE
Soprattutto negli ospedali, è necessario mantenere il ritmo di approvvigionamento dei dispositivi di protezione. Ieri il presidente della Regione, Massimiliano Fedriga, ha proposto di creare una rete di protezione regionale per la produzione interna di dispositivi di produzione individuale volta a coprire il fabbisogno del Friuli Venezia Giulia. Vista anche la situazione internazionale, allo stato attuale, diventa imprescindibile poter contare su un'autoproduzione di mascherine e altro materiale. Il presidente ha chiesto alle categorie economiche di verificare con i loro associati la possibilità di convertire la produzione a favore di dispositivi di sicurezza e nel contempo dare opportunità alle imprese del territorio. Il vicepresidente Riccardo Riccardi ha confermato che «verrà trasmesso alle categorie economiche un elenco dettagliato dei prodotti necessari al servizio sanitario regionale». La procedura per ottenere la certificazione dei dpi medicali, indicata dal decreto governativo all'articolo 15, prevede l'invio delle mascherine all'Istituto superiore delle sanità per la certificazione. Ma per agevolare le aziende, in regione si sta organizzato in collaborazione con l'agenzia Arpa e l'Università degli studi di Udine una verifica sui materiali delle mascherine filtranti, una sorta di pre-validazione, prima dell'invio all'Istituto superiore della sanità. La richiesta di dispositivi di protezione individuale è elevata anche tra i medici di base e nelle strutture assistenziali per anziani.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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