Virus del Nilo in calo, cresce la tubercolosi

Domenica 14 Ottobre 2018
Virus del Nilo in calo, cresce la tubercolosi
VIRUS DEL NILO
PORDENONE L'emergenza West Nile è passata, ma sono in aumento i casi di tubercolosi in provincia. Un segnale che preoccupa e che va tenuto sotto stretto controllo. Da almeno una decina di giorni non risultano più essere ricoverate al Santa Maria degli Angeli persone che hanno contratto la Febbre del Nilo (Occidentale) anche se, come tiene a precisare l'infettivologo Massimo Crapis, sono cinque i pazienti per i quali sono state inviate a Trieste le analisi del sangue per un sospetto contagio. «L'abbassamento delle temperature sostiene il medico contribuirà ad eliminare, anche se non del tutto, il problema delle zanzare che rappresentano l'unico veicolo di trasmissione del West Nile virus. E' possibile, tuttavia, che alcuni esemplari riescano comunque a sopravvivere e, proprio per questo, è facile immaginare che il prossimo anno i casi di contagio possano essere superiori ai 34 diagnosticati sino ad ora nella Destra Tagliamento». Per questo l'Azienda sanitaria 5 del Friuli Occidentale e in particolare il Dipartimento di prevenzione, retto da Lucio Bomben, sta discutendo la possibilità di affiancare ad un'azione larvicida un'attività adulticida nel tentativo di scongiurare che si possano formare eventuali focolai. Tutto, però, dipenderà dalle direttive che vorrà emanare la Regione al fine di prevenire una potenziale epidemia. Quest'anno, almeno per quanto riguarda il Friuli Occidentale, i contagi da West Nile, come detto, sono stati 34. In un solo caso il virus è stato letale: la vittima, Luigino Silvestrin, aveva 69 anni e abitava a Prata. Due invece i decessi nell'udinese, uno a Monfalcone. «La sintomatologia differente sottolinea Crapis non ha facilitato il lavoro di noi medici nell'individuare la malattia. I sintomi in generale sono molto simili a quelli di una generica influenza: febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, ma anche brividi, disturbi alla vista, torpore e convulsioni. Alcuni effetti del virus, in casi estremi, possono essere anche permanenti, pertanto la raccomandazione è di prestare la massima attenzione ai primi segnali di febbre».
TUBERCOLOSI
Superata l'emergenza Febbre del Nilo c'è un altro 'nemico'' con il quale è alle prese l'Azienda sanitaria: la tubercolosi. Per trasmettere l'infezione bastano pochissimi bacilli anche se non necessariamente tutte le persone contagiate dai batteri della Tbc si ammalano subito. Il sistema immunitario, infatti, può far fronte all'infezione e il batterio può rimanere quiescente per anni, pronto a sviluppare la malattia al primo abbassamento delle difese. I sintomi sono tosse, perdita di peso, dolore toracico, febbre e sudorazioni. Nel tempo, la tosse può essere accompagnata da presenza di sangue nell'espettorato. «Sfatiamo prima di tutto un mito: la tubercolosi assicura Crapis è sempre stata presente nella Destra Tagliamento ma, soprattutto negli ultimi anni, di questa malattia se n'è parlato sempre meno. Ciò significa che c'è ancora, non è stata debellata e colpisce anche persone giovani». Attualmente si contano una quindicina di persone alle prese con la Tbc (sia polmonare che linfonodale), per le quali è stata prescritta una cura di sei mesi. Le persone che hanno contratto la tubercolosi sono prevalentemente anziani, mentre i giovani sono quasi tutti stranieri: provengono dall'Est Europa, dal Bangladesh, dall'India, dal Pakistan e dai paesi dell'Africa sub sahariana. «Abbiamo registrato ammette l'infettivologo un lieve aumento dei casi che, per fortuna, si configurano all'interno di una bassa epidemiologia».
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci