Onoranze funebri comunali il servizio verrà smantellato

Martedì 23 Aprile 2019
IL CASO
PORDENONE L'obiettivo si definisce, sulla carta, studio di fattibilità mantenimento del servizio Onoranze funebri in alternativa alla chiusura attività servizio. Le fasi indicate dall'amministrazione comunale nel Peg sono in realtà quelle di uno smantellamento vero e proprio del servizio. Con scadenza 4 maggio 2019.
Anche se, nella recente commissione consiliare dedicata al Bilancio l'assessore Guglielmina Cucci aveva spiegato che «ad oggi non ci sono novità», il destino del servizio di onoranze funebri comunali appare segnato. Le tappe indicate nel Piano esecutivo di gestione approvato a gennaio appaiono ben chiare: entro il 31 gennaio, comunicazione cessazioni attività ad enti pubblici; entro il 3 marzo, gestione giacenze di magazzino; entro il 3 aprile, adempimenti per il personale; infine, fra il 4 aprile e il 4 maggio, sistemazione locali.
Il servizio, del resto, è sospeso da oltre un anno: i funerali, già passati da 45 nel 2016 (il 10,75% del totale di quelli celebrati a Pordenone) ai 30 del 2017 (6,65%), sono stati azzerati nel 2018 per lo stop al servizio. E questo nonostante la valutazione positiva del servizio da parte degli utenti negli appositi questionari (9 il voto medio) e la totale assenza di reclami.
Di fatto, anche il calo verificatosi fra 2016 e 2017 era dovuto ai momenti di sospensione del servizio, nato con lo scopo principale di fare da calmiere rispetto ai prezzi di mercato. A occuparsene era infatti un solo dipendente e più volte è accaduto che, a causa della sua assenza, si sia resa necessaria una sospensione. Questa la spiegazione fornita a suo tempo da assessore competente e uffici, che avevano anche confermato la volontà dell'amministrazione di valutare l'opportunità, dal punto di vista economico, di mantenere in vita il servizio, anche in considerazione del fatto che il Comune interviene comunque per sostenere eventuali famiglie in stato di bisogno nel pagamento delle spese per i servizi funebri. E infatti ancora nella ricognizione dello scorso 31 agosto sullo stato di attuazione del Peg si ribadiva che l'attività funebre è stata sospesa in vista di una riorganizzazione degli uffici.
A preoccupare di più è in realtà il fatto che, con l'eventuale chiusura definitiva, venga a mancare sul mercato l'effetto calmiere che la disponibilità di un servizio pubblico a costi contenuti poteva garantire, sia pure a costo di un risultato di gestione negativo (-14.479,78 euro nel 2016 e -43.530,53 nel 2017), con un grado di copertura dei costi sceso dall'82,44 a poco più del 50%. Quanto al ricavo medio per ogni funerale gestito, è stato di 1.510,37 euro nel 2016 e di 1.477,15 nel 2017. Un risparmio non indifferente, se si considera che il prezzo praticato da soggetti privati parte indicativamente da pacchetti low cost di circa 1.800 euro, ma il costo medio si aggira in realtà fra i due e i tremila euro.
L.Z.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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