Luca Ciriani: «Un disegno di legge per far rivivere l'ente Provincia»

Venerdì 26 Aprile 2019
PROVINCIA
PORDENONE «Reintrodurre le province di Trieste, Pordenone, Gorizia e Udine e l'elezione diretta del presidente, rimediando alla scellerata riforma dello Statuto speciale della Regione Friuli-Venezia-Giulia, voluta dall'allora presidente Serracchiani. Ritornare alle quattro province significa rispettare l'identità dei territori e garantire l'equilibrato sviluppo dell'intera Regione. La mia è una iniziativa di stimolo e di collaborazione con gli sforzi che sta facendo in questa direzione la giunta Fedriga per mettere ordine in un settore messo sottosopra da 5 anni di riforme insensate e verticistiche e ridare voce ai cittadini». A dirlo il presidente dei senatori di Fratelli d'Italia, Luca Ciriani, che ha presentato in Senato un disegno di legge costituzionale che punta a modificare lo Statuto speciale della Regione nelle parti in cui, appunto, è prevista l'abolizione delle province. «Quella del centrosinistra - continua l'esponente di FdI - fu una decisione avventata e precedette addirittura il risultato del referendum del 4 dicembre, con il risultato che adesso questa Regione - unica in Italia- si trova sprovvista di un ente che ha sempre svolto un ruolo importante e chiave. E questo vale ancora di più in questo territorio dove convivono popolazioni e sensibilità differenti, al punto che la nostra Costituzione ha previsto per la Regione Fvg uno status speciale. Ma quello che è ancora più grave è che il superamento delle province ha portato alla nascita delle Unioni territoriali intercomunali', che non sono enti intermedi ma semplicemente delle unioni di Comuni. Il disastro di quella scelta si è palesato di fronte agli occhi di tutti anche in termini di conflitto istituzionale e di caos gestionale. Per questo è indispensabile rimediare al danno prodotto da una riforma insensata, che non ha prodotto alcuna razionalizzazione delle spese ma piuttosto un peggioramento della qualità e dell'efficienza dei servizi erogati».
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