Gaiatto, sigilli a case e terreni croati

Martedì 20 Novembre 2018
Gaiatto, sigilli a case e terreni croati
L'INCHIESTA
PORDENONE Altri 370mila euro sotto sequestro. É il controvalore di due case e quattro terreni che Fabio Gaiatto ha acquistato il 19 febbraio scorso in Croazia, precisamente a Prnjani (Porgnana), località del Comune di Barbana nell'entroterra istriano, lungo la strada che da Pola porta a Fiume. Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca è scattato nell'ambito del secondo filone dell'inchiesta sul trader 43enne di Portogruaro, a cui a inizio novembre è stata notificata in carcere un'ulteriore misura cautelare per le ipotesi di reato di autoriciclaggio e abusivismo bancario. Accuse che si sommano a quelle di truffa, appropriazione indebita e violazione della legge bancaria attraverso la Venice Investment Group Ltd.
GLI SVILUPPI
La stretta collaborazione tra l'autorità giudiziaria italiana e quella croata, come ha sottolineato il procuratore di Pordenone Raffaele Tito, ha portato ad aggiungere un nuovo tassello nell'inchiesta sul raggiro da 72 milioni di euro, messo in piedi da Fabio Gaiatto, a danno dicentinaia di clienti che gli avevano affidato al trader i loro risparmi per investirli nel mercato valutario. Il gip Rodolfo Piccin ha disposto che vengano bloccati complessivamente beni fino a un importo di 43.692.411 euro, ciò che il 43enne di Portogruaro dovrebbe restituire (su 72.369.872 euro raccolti per gli investimenti ne sono tornati soltanto 28.947.461 euro). A questa somma vanno aggiungi altri 3,7 milioni (gli immobili acquistati con i proventi del presunto autoriciclaggio) e gli affitti incassati. Il nuovo sequestro rientra proprio in questa seconda fase: i due fabbricati agricoli e i terreni per una superficie superiore ai 10 metri quadrati, risultano di proprietà della Studio Holding doo, la società a cui sono intestati tutti i patrimoni immobiliari di Gaiatto e della moglie Najima Romani, che si trova agli arresti domiciliari e risulta essere amministratore unico di questa società.
I BENI SEQUESTRATI
A occuparsi anche di questi beni, così come delle case, degli appartamenti e dei canoni d'affitto sequestrati finora, sarà il ragionier Stefano Zigante di Pordenone, nominato amministratore dal gip. Si tratta di beni per un valore complessivo di 3,1 milioni di euro. Ci sono abitazioni da 315mila euro a Lignano Riviera, appartamenti a Piancavallo e Lignano, case ed ex negozi tra Cordovado, Portogruaro, Jesolo, Pramaggiore, San Michele al Tagliamento e poi c'è il vecchio mulino di Pieve di Soligo (700mila euro il valore) che doveva essere trasformato nella Banca dei dogi. Sotto sequestro, nei confronti di Venice Investment doo, ci sono anche un'auto e quote sociali di due società (il 15% della Friend Srl e il 40% della Hashtag Software House srl).
L'INTRECCIO DI SOCIETÀ
É probabile che il denaro degli investitori non vada ricercato soltanto in Croazia. E per gli investigatori non sarà facile muoversi nell'intricato mondo di società creato da Gaiatto. Al vertice c'è la Venice Investment Holding Llc, con sede in Delaware (Stati Uniti), che possiede al 100% la Venice Investment Group Ltd, la società di cui Gaiatto è direttore e che ha sede a Londra. I prestiti venivano erogati attraverso altre tre società: la Venice Investment Holding Ltd di Londra interamente di proprietà di Gaiatto, la Venice Investment Group doo con sede in Croazia e posseduta totalmente da Venice Investment Ltd, e la Studio Holding doo con sede in Croazia, posseduta al 100% da G&G Golden Star Ltd (sede a Londra) e amministrata da Najima Romani. Completano il quadro la Venice Investment Group doo slovena, che appartiene alla Ltd, e la Venice Invest & Consulting Group Llp, società che Gaiatto ha creato a Londra, sempre allo stesso indirizzo di Wenlock road.
Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci