Gaiatto la vigilia dell'arresto: «I soldi arrivano»

Sabato 22 Settembre 2018
Gaiatto la vigilia dell'arresto: «I soldi arrivano»
L'INCHIESTA
PORDENONE Fabio Gaiatto e i suoi principali collaboratori hanno cercato fino all'ultimo di rassicurare i risparmiatori che si erano affidati alla Venice Investment Group per investire nel mercato valutario. Lo ha fatto fino alla vigilia dell'arresto con mail e messaggi WhatsApp. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere per l'ipotesi di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e all'abusivismo finanziario è stata eseguita dalla Guardia di finanza l'11 settembre. In quei giorni c'erano ancora centinaia di risparmiatori convinti che i rendimenti sarebbero stati accreditati e di poter ritirare il capitale investito. Già dall'ottobre 2017 - quando la catena di Sant'Antonio di Gaiatto, come la definiscono gli investigatori, ha cominciato a manifestare le prime crepe - una nota pubblicata su Facebook invitava i clienti a rivolgersi agli uffici di Nova Gorica. Si spiegava che la «mole giornaliera di richieste di contatto» aveva causato difficoltà di gestione da parte dello staff. «Da alcuni mesi a questa parte - si legge nella nota firmata dal team di Venice Investment Group - stiamo ricevendo giornalmente centinaia di richieste di contatto...». Si spiegava che, in attesa di completare la riorganizzazione aziendale, il team aveva scelto di garantire ai propri clienti tre linee di contatto: due telefoniche e una mail.
È con una mail che lo scorso 1. agosto, con Procura e Guardia di finanza in piena attività, che il customer service della società di Gaiatto risponde a una cliente che «le sue spettanze sono state registrate e restano in essere, verranno esaudite, in seguito all'inizio dell'attività propedeutica». La comunicazione si chiude con un poco lusinghiero «non ci sono dati riferimenti in merito alle tempistiche». Insomma, i soldi arriveranno, ma non si sa quando. In ogni caso il risparmiatore avrebbe potuto rivolgersi al servizio clienti di Nova Gorica.
Sono 307, invece, i risparmiatori che si sono rivolti direttamente alla Procura di Pordenone denunciando Gaiatto e i suoi collaboratori. Alle 279 denunce depositate prima dell'applicazione delle 15 misure cautelari, se ne sono aggiunte altre negli ultimi dieci giorni. L'Afue (Associazione vittime truffe finanziarie) ha fatto sapere che la prossima settimana ne depositerà oltre un centinaio e ogni giorno in Procura ci sono legali che prendono contatto con gli inquirenti preannunciando azioni legali. Quasi 500 dei 3mila clienti di Venice sono usciti allo scoperto (o stanno per farlo) dimostrando con bonifici e altra documentazione bancaria di aver affidato i propri risparmi al trader autodidatta di Portogruaro e ai suoi collaboratori. È ancora presto per poter quantificare le somme pretese. Secondo gli investigatori, in questi due anni Gaiatto avrebbe gestito circa 72 milioni di euro promettendo rendimenti del 10% al mese. Rendimenti che all'inizio sono stati garantiti calamitando su Venice centinaia di risparmiatori. Un febbre dell'oro, con tanto di clienti che si rallegravano su Facebook per aver ricevuto bonifici da «15000 bistecconi», e che adesso si è trasformata in panico per chi ha perso i propri risparmi.
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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