Fallisce anche la nuova Séleco, a Pordenone solo l'insegna

Sabato 18 Maggio 2019
FINE DELLA STORIA
PORDENONE La grande Séleco, quella pordenonese fondata nel 1965, come una costola dell'elettronica civile da Lino Zanussi a Vallenoncello, era fallita il 17 aprile del 1997. Un giorno drammatico per l'economia della Destra Tagliamento e del suo territorio: quasi seicento furono i lavoratori che si videro crollare il mondo addosso. Nelle ultime ore è fallita - stavolta per decreto del tribunale di Milano, dove nei mesi scorsi era stata presentata l'istanza di concordato preventivo - la nuova Séleco, quella che era nata - solo qualche anno fa - per mano di un pool di imprenditori romani guidati da Maurizio Pannella, con a società Twenty, dopo l'acquisizione del marchio successiva ai plurimi tentativi di rilancio aziendali mai andati in porto dopo quel terribile 1997. Compresa l'esperienza che era sembrata più lungimirante: quella della famiglia Formenti che però si vide costretta alla liquidazione nel 2004. Da allora, il nulla. Fino ai primi mesi del 2017. Quando la nuova Séleco, con dietro gli imprenditori romani, era sbarcata a Pordenone, anche tramite la locale Unindustria che puntava a rilanciare il vecchio stabilimento di Vallenoncello creando 50 posti di lavoro per produrre nuove tivù. Fu anche ipotizzato una scambio con gli esuberi della Electrolux di Porcia. Ma per mesi si era assistito soltanto a una serie di promesse e di appuntamenti mancati.
IL RILANCIO MANCATO
Di scadenza in scadenza, gli investimenti non sono mai arrivati e quei posti di lavoro promessi sono rimasti soltanto nelle parole. Fino all'autunno del 2017 quando la società decide di abbandonare Pordenone (di fatto era stata risistemata solo l'insegna all'ingresso del sito di Vallenoncello e poco più) attratta dai possibili vantaggi fiscali del porto franco di Trieste. Una fuga che aveva scatenato una mezza bufera: politici e imprenditori del Friuli occidentale che si accapigliavano con colleghi del capoluogo regionale accusandoli di concorrenza sleale. Ma nei mesi successivi a Trieste era andato in onda lo stesso film trasmesso a Pordenone: promesse che non hanno trovato realizzazione nonostante gli sconti fiscali del porto franco. E intanto il marchio Séleco compariva solo nelle maglie di alcune squadre di calcio in diversi campionati. Ora i giudici hanno decretato l'ennesimo crac dello storico marchio. Che in origine fu pordenonese.
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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