Efasce alle elezioni, a rischio la lista della minoranza

Domenica 15 Settembre 2019
Efasce alle elezioni, a rischio la lista della minoranza
NUOVO STRAPPO
PORDENONE «Discriminati perché emigranti e residenti all'estero». Nuove polemiche nell'Efasce (l'Ente ultracentenario che si occupa dell'assistenza dei migranti nel mondo mantenendo i contatti tra i connazionali e fondando i gruppi nei Paesi dove la concentrazione di emigranti pordenonesi e friulani è maggiore) di Pordenone: dopo la bufera che nei primi mesi di quest'anno aveva portato alla sfiducia del presidente (ora ex) Michele Bernardon ora si è aperto un nuovo strappo tra il vertice presieduto da don Aniceto Cesarin e il gruppo di minoranza che fa capo proprio a Bernardon e ad altri storici consiglieri.
IL CASO
Discriminati ed esclusi perché emigranti. A sottolinearlo sono proprio i consiglieri Michele Bernardo, Walter Mattiussi e Piergiorgio Zannese. «Ha avuto una evoluzione imprevista l'ultima riunione del consiglio direttivo dell'Efasce. Martedì scorso il direttivo presieduto da don Aniceto Cesarin si è riunito per discutere candidature e liste per il rinnovo delle cariche sociali 2019-2022. Dopo un'accesa discussione, la maggioranza del consiglio ha ritenuto inammissibili le candidature di Luigi Bernardis e Patrizia Bisson (presidenti rispettivamente dei segretariati Efasce di Londra e di Parigi), che si presentavano nella lista denominata Un nuovo Efasce con gli emigranti, guidata da Michele Bernardon, con la motivazione che i rappresentanti degli emigranti non hanno diritto di eleggibilità».
LA MINORANZA
«Alcuni consiglieri spiega Bernardon hanno votato contro questa interpretazione dello statuto, che per noi è assolutamente arbitraria. Secondo noi i soci sono tutti uguali, non esiste distinzione tra soci esteri o italiani. L'unico vincolo previsto dallo statuto è che occorre essere iscritti da almeno tre mesi. Il fatto che essere emigranti sia ritenuto un criterio discriminante in una associazione pro emigranti ci sembra proprio un paradosso. Siamo quasi all'assurdo». Come conseguenza l'intera lista di Bernardon - così affermano gli stessi promotori - rischia di rimanere esclusa dalle elezioni per il rinnovo delle cariche, che si svolgerà in novembre. A novembre, infatti, scade il mandato triennale e si dovrà votare - in tutti i Paesi dove Efasce è presente - per il rinnovo del vertice. «Il regolamento dell'Ente - continua Bernardon - stabilisce infatti che una lista deve avere almeno 8 candidati per essere valida. Perciò, una volta cassati i due candidati Bisson e Bernardis, automaticamente anche tutti gli altri non potranno essere candidati. E' stata chiarissima la volontà politica di questa maggioranza di impedire l'ingresso nella stanza dei bottoni ai rappresentanti degli emigranti, trattati come soci di serie B. Così come di cacciare quei consiglieri di opposizione che hanno avuto la colpa di contestare le scelte della maggioranza». Insomma, non pare esserci pace sotto le insegne dell'Efasce che si avvia al rinnovo elettorale che dovrà eleggere i nuovi vertici per il prossimo triennio.
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