Duecento spazi sfitti in tutta la provincia E in montagna nessuno occupa gli stabili

Martedì 3 Dicembre 2019
Duecento spazi sfitti in tutta la provincia E in montagna nessuno occupa gli stabili
I PROBLEMI
PORDENONE Sono 200, in tutta la provincia di Pordenone, gli alloggi sfitti gestiti dall'Ater. Duecento case popolari che in alcuni casi costerebbe troppo ristrutturare, e che rimangono però sul groppone dell'azienda in attesa che i finanziamenti statali legati alla legge 80 del 2014, che disciplina la gestione del patrimonio di edilizia popolare e regolamenta il finanziamento per il recupero degli alloggi sfitti. «La quota pordenonese di alloggi sfitti - spiega Angioletto Tubaro, numero uno dell'Ater della provincia - è in realtà inferiore rispetto a quella degli altri territori, anche all'interno dei confini regionali, dove in questo campo domina la città metropolitana di Trieste. Anche per questo, però, dalla cosiddetta legge 80 abbiamo ricevuto meno fondi rispetto ad altre realtà, anche vicine a noi». Il nuovo riparto nazionale dovrebbe attestarsi attorno ai 9 milioni di euro, con una quota pari al 10 per cento in arrivo verso il Friuli Venezia Giulia. Poi seguirà un'ulteriore ripartizione tra le quattro realtà provinciali della regione. E il timore è che a Pordenone possano arrivare ancora una volta le briciole, o poco più.
I NODI
Si ritorna quindi al dato di partenza: l'edilizia popolare pordenonese avrebbe bisogno di nuovi spazi - è ciò che si dice da tempo - ma contemporaneamente ci sono 200 alloggi che rimangono sfitti in modo quasi fisiologico. Perché? Tante volte la ragione alla base di quella che sembra una stortura è più semplice da comprendere rispetto a quanto si pensi. A monte ci sono i conti, che devono tornare: «Ristrutturare un alloggio, specialmente quando si tratta di strutture datate, costa in media 10mila euro - spiega sempre Angioletto Tubaro -, ma ci sono casi in cui spenderemmo anche 30mila euro». E i casi più eclatanti riguardano ad esempio la montagna: a Casiacco, frazione di Vito d'Asio, c'è ad esempio un fabbricato Ater con sei appartamenti sfitti che a sentire Tubaro «non vuole nessuno». Fanno parte di quegli alloggi che probabilmente non rientreranno in un programma di ristrutturazione, che però restano in conto all'Ater, nella speranza che da Roma arrivino buone notizie anche per la provincia di Pordenone.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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