DIOCESI
PORDENONE Parola d'ordine: investire sui ragazzi. Per la Chiesa di Concordia-Pordenone,

Venerdì 12 Luglio 2019
DIOCESI PORDENONE Parola d'ordine: investire sui ragazzi. Per la Chiesa di Concordia-Pordenone,
DIOCESI
PORDENONE Parola d'ordine: investire sui ragazzi. Per la Chiesa di Concordia-Pordenone, quello che comincerà sabato 28 settembre sul fronte pastorale sarà l'anno dei giovani. In vista del 2019-20 si è dunque scelto un focus tanto attuale quanto articolato e complesso, al di là dell'apparente linearità. L'idea è quella di partire dall'esperienza del Sinodo tematico, applicando poi un metodo ispirato all'icona dei discepoli di Emmaus.
SCHEMI
In sintesi: Cristo s'inserisce nel loro cammino, li ascolta, suscita domande, offre spiegazioni e si fa riconoscere spezzando il pane. A quel punto i due si rimettono sulla strada, rientrando nella comunità che avevano lasciato. L'apertura dell'anno coinciderà quindi con il Gresta, la festa degli animatori che si tiene classicamente nell'ultimo sabato settembrino. Appuntamento per tutti alle 14.30 a Cordenons, nella parrocchia di Sclavons dedicata a San Pietro.
SCOSSA
L'antefatto, per monsignor Giuseppe Pellegrini, si lega dell'assemblea diocesana di categoria. E comincia con una sorta di provocazione. «Voi ragazzi - sono le parole del presule, che richiamano con chiarezza all'uscita di Jorge Bergoglio - non siete il futuro. Siete il presente, l'adesso di Dio. È lui che vi convoca e vi chiama nelle vostre comunità per andare in cerca degli adulti». Un bel carico di responsabilità, ma anche una cambiale in bianco. «Tocca a voi - secondo il vescovo -, con la forza che avete dentro, l'entusiasmo e la gioia, ma anche con le fatiche, le difficoltà e le paure, entrare ora nello scenario della storia. Tutta quella carica di amore, entusiasmo e freschezza dovete riversarla nella vita di ogni giorno, a Pordenone come altrove. Spesso vi lamentate che le comunità e la chiesa sono fredde e stanche, staccate dalla realtà, come zombi che si muovono a fatica. Allora portate entusiasmo e gioia. E, se potete, scuoteteci dalla stanchezza e dalle ingessature».
RICHIAMO
Poi il presule si rifà nuovamente al Papa: «Come ha ricordato Francesco, la giovinezza non è un parcheggio, una sala d'attesa dove si aspetta il turno della propria ora. È già il tempo di uscire e di amare. Noi viviamo in un'epoca nella quale è molto difficile porsi le domande chiave dell'esistenza, forse perché si è perso il senso dell'autentica felicità, scambiata spesso per il semplice star bene, il campare senza problemi o accontentandosi di qualche soldo».
Per il capo della Chiesa che unisce Friuli Occidentale e Veneto Orientale invece non può essere semplicemente così. «La felicità vera è molto più grande e più bella - ammonisce -, poiché dà il senso profondo a tutta una vita. È la libertà di rischiare tutto per possedere la cosa più grande: l'amore che si fa dono per gli altri». Quindi Pellegrini lancia l'invito conclusivo, in prospettiva di anno pastorale, toccando lo stesso stimolo evocato dal pontefice venuto dall'Argentina. «Non spaventatevi - riprende l'idea dal Papa -. Osate percorrere sentieri nuovi, anche se ciò comporta dei rischi. Un uomo o una donna che rifiutano di rischiare non maturano. Un'istituzione che fa scelte comode rimane bambina. Non cresce mai. Rischiate, allora. Accompagnati dalla prudenza e dal consiglio, certo, ma provate ad andate avanti. Altrimenti sapete cosa succede a un giovane? Che invecchia subito, va in pensione a 20 anni. Anche la nostra Chiesa invecchia, ragazzi: provate voi a scuoterla». Prima che sia troppo tardi.
Pier Paolo Simonato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci