Creato un nuovo team per parlare con i genitori L'Aas5 scende in campo

Venerdì 15 Marzo 2019
Creato un nuovo team per parlare con i genitori L'Aas5 scende in campo
LA PROPOSTA
PORDENONE Allarme droga soprattutto tra i più giovani e giovanissimi. Sono oltre un centinaio quelli seguiti dal Dipartimento delle dipendenze dell'Aas 5 e l'impressione è che sempre più giovani si stiano avvicinando agli stupefacenti. Cannabinodi (hashish e marijuana) ma anche droghe sintetiche come cocaina ed eroina. Spaventa gli operatori dell'Azienda sanitaria il fatto che si stia diffondendo anche l'utilizzo della ketamina, il narcotico sintetico che sabato scorso stava per provocare il decesso di una persona in centro a Pordenone. Provvidenziale, in quel caso, era stato l'arrivo del personale del 118 e della Squadra volante della polizia. «Siamo di fronte ad una situazione molto seria sottolinea senza troppi giri di parole Roberta Sabbion, direttrice del Dipartimento delle dipendenze dell'Aas 5 ma non voglio certamente generare allarmismo. L'età delle persone che cominciano a fare uso di droga si sta abbassando sempre di più, tant'è che la nostra attenzione, ormai da tempo, si è focalizzata sui giovani. Quelli che arrivano da noi, autonomamente, sono sempre pochi ed è proprio per questo che stiamo cercando di attivare una fitta relazione con le singole amministrazioni comunali e con gli operatori di strada». Vista la complessità del problema e il fatto che sempre più spesso i genitori si trovano spiazzati nell'affrontare certi tipi di situazione, dal 27 marzo nascerà un team, formato dai dottori Alessandro Zamai e Silvia Masci, che si rivolge proprio a mamme e papà: «Abbiamo deciso di istituirlo chiarisce Sabbion per essere sempre più vicini ai genitori e per fugare qualsiasi dubbio. Con questo nuovo servizio, disponibile telefonando allo 0434.373115, vogliamo coinvolgere sempre più gli stessi genitori che, a volte, hanno dei sospetti (fondati) sul fatto che i loro figli possano aver cominciato ad assumere droghe ma che non sanno a chi rivolgersi e soprattutto con chi parlare». Sabbion, dall'alto della sua esperienza nel settore, parla di un incremento di giovani che si avvicinano agli stupefacenti. Soprattutto ai cannabinoidi. Conseguentemente aumenta la complessità dei casi che gli operatori dell'Azienda sanitaria si trovano a dover esaminare. «Stiamo cercando di agganciarli - sottolinea la direttrice - per coinvolgerli in progetti che possano fare al caso loro. Che possano tenerli impegnati e dare loro soddisfazioni. Colpa dei genitori? Si fa presto a colpevolizzarli. Quando capiscono che il problema è serio e va affrontato, la prima cosa che si chiedono è: dove abbiamo sbagliato? Non è questione di errori - ricorda Sabbion - dal momento che ognuno, a maggior ragione se padre o madre, tenta di fare meglio che può. Qui si tratta di cominciare ad affrontare insieme un percorso, anche perché da soli è pressoché impossibile uscire dal tunnel di una dipendenza».
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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