COVID E LAVORO
PORDENONE Fino allo scorso 31 dicembre le denunce di infortunio

Venerdì 12 Febbraio 2021
COVID E LAVORO
PORDENONE Fino allo scorso 31 dicembre le denunce di infortunio registrate dall'Inail in regione sono state 2.703. La Destra Tagliamento risulta essere il territorio provinciale meno colpito (viene prima solo di Gorizia) con 506 casi di lavoratori che si sono ammalati in seguito al contagio del coronavirus. Udine è il territorio con il numero di casi più elevato (1.154) seguito da Trieste (844). Pordenone complessivamente registra il 18 per cento dei casi sul totale delle denunce pervenute entro la fine del 2020 all'Inail. Tra i 506 casi pordenonesi 386 sono donne, mentre 120 sono maschi. Mentre la fascia di età più colpita è quella racchiusa tra i 35 e i 49 anni: 207 i lavoratori che hanno presentato denuncia infortunio da contagio. Segue i gruppo di età tra i 50 e i 64 anni con 189 casi.
DATI IN SALITA
Un elemento che emerge in modo preoccupante dagli ultimi dati dell'Istituto di prevenzione è la tendenza a un incremento di denunce nell'ultimo periodo dell'anno: novembre è stato il mese con il picco di casi maggiore: nel penultimo mese dell'anno si concentra infatti un terzo del totale degli oltre 2.700 casi. Il forte aumento di novembre - e in parte anche di dicembre - è registrato in tutte le province, ma con incrementi più massicci nei territori di Pordenone e di Udine. La sanità è il settore più colpito: dagli infermieri, dagli operatori socio-sanitari, dai tecnici dei laboratori e da altre figure professionali sanitarie proviene quasi l'80 per cento delle denunce presentate. Denunce arrivano anche dai settori degli addetti alle pulizie e ai servizi alle imprese (7,2 per cento) e dal comparto degli esercenti e della ristorazione (il 6 per cento). Mentre resta ancora piuttosto basso (al 5,5 per cento) il tasso di denunce che arriva dai lavoratori del comparto manifatturiero. Un dato che però non deve fare abbassare la guardia nelle fabbriche. In particolare - fin dall'inizio della pandemia e durante il lockdown della scorsa primavera - il territorio pordenonese con il suo sistema molto sviluppato di imprese manifatturiere legate al tessuto produttivo industriale ha costituito una rete attraverso gli organismi paritetici provinciali: una sorta di commissioni bilaterali di cui fanno parte imprese e sindacati con la consulenza anche del Dipartimento di prevenzione dell'Azienda sanitaria. Anche attraverso queste strutture si sono siglati importanti protocolli di sicurezza, con i relativi controlli. Si è monitorata la situazione nelle fabbriche anche attraverso test di screening e - lo scorso autunno - si è incentivata la vaccinazione antinfluenzale. È da questa esperienza che nasce l'idea di partecipare, con la Regione, alle vaccinazioni anti-Covid. «L'esperienza maturata - sottolinea Daniele Morassut, componente degli Opp per la Cisl pordenonese - in questi contesti in materia di salute e sicurezza, anche con grande investimento formativo dei lavoratori, va valorizzato e possibilmente ampliato».
L'AUSPICIO
«L'auspicio sottolineano Cgil, Cisl e Uil dopo il summit con Confindustria e l'assessore regionale Riccardi - è che la distribuzione del vaccino possa consentire la massima copertura della popolazione nel più breve tempo possibile: imprese e sindacati sono pronti a fare la loro parte. Il Fvg, grazie agli accordi e alle esperienze già attivate, può sicuramente partire avvantaggiato verso questo obiettivo sotto la regia della sanità pubblica».
Davide Lisetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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