Concordato Presotto, parola ai giudici

Venerdì 24 Maggio 2019
LA PROCEDURA
PORDENONE Udienza importante ieri mattina davanti al collegio giudicante del tribunale di Pordenone per la procedura di concordato preventivo con continuità aziendale della Presotto Industrie Mobili spa, la storica azienda in cui sono occupati circa 120 addetti. L'udienza - il collegio dei giudici è entrato in camera di consiglio riservandosi sulla decisione, per la quale probabilmente occorrerà attendere qualche giorno - rappresenta un po' l'ultimo atto di un'ormai lunga vicenda legata al salvataggio dell'impresa dell'arredo. Dopo il passaggio, altrettanto importante, del via libera alla prosecuzione del concordato con il 52 per cento (determinante è stato il voto di alcuni istituti bancari) dei creditori, nello scorso mese di febbraio, ora i giudici sono chiamati a esprimersi sull'omologazione del concordato stesso. Cioé a dire l'ultima parola sul destino dell'azienda legato proprio al concordato che consente di evitare il fallimento. Nel corso dell'udienza di ieri mattina - durata circa un'ora - il commissario giudiziale Alberto Poggioli ha evidenziato quelli che sarebbero ritenuti alcuni aspetti critici rispetto alla procedura: aspetti legati alla possibile tenuta del piano di concordato che l'azienda ha presentato e che prevede il pagamento dei creditori nell'arco di un quinquennio. Un piano che l'azienda ha elaborato - con il consulente legale Enrico Bevilacqua e il consulente finanziario Renato Bogoni - e che nel corso dell'ultimo anno e mezzo - come è stato ribadito anche ieri davanti ai giudici - ha mostrato dei risultati migliorativi, sul fronte produttivo e dei fatturati, rispetto a quanto previsto dal piano di rilancio. Nell'udienza di ieri, inoltre, nessuno dei creditori dissenzienti (a febbraio si erano espressi con parere contrario l'Erario, l'Agenzia delle Entrate, Comune di Brugnera, Inps e Inail) ha fatto opposizione. Un segnale, quest'ultimo, che dall'azienda in concordato viene interpretato come positivo. La mancata opposizione da parte dei creditori contrari infatti farebbe ben sperare per il proseguimento aziendale.
Dopo il confronto tra le parti davanti ai giudici manca soltanto la decisione sull'ultimo capitolo della lunga vicenda Presotto: la decisione dei giudici sull'omologazione. Intanto, tra i circa 120 dipendenti della società (l'investitore che un anno e mezzo fa ha acquisito circa il 90% delle quote è Ibla Capital) c'è molta preoccupazione su come la vicenda possa evolvere. Oltre ai lavoratori ci sono quasi 700 creditori. Lo stato passivo è di circa 30 milioni di euro. La norma in materia prevede che l'eventuale stop al concordato possa prevede contestualmente (dal momento che in agosto la Procura aveva presentato istanza di fallimento) la dichiarazione del crac che aprirebbe la strada a un possibile esercizio provvisorio. Uno scenario a cui - ovviamente - azienda, lavoratori e creditori, preferiscono non pensare.
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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