«Città in declino la cura del sindaco per ora non va»

Venerdì 17 Agosto 2018
LA POLEMICA
PORDENONE La cura Ciriani per rivitalizzare la città. Non fuziona. A dirlo il consigliere comunale Marco Salvador conuna lunga e dettagliata disamina della situaizone. «Ciò che era chiaro a taluni ora lo è anche per molti altri: la città è vecchia. Questo appare in tutta la sua evidenza in quella parte urbana degli anni 60 -70 - 80 fatti di palazzi, vie, condomini e che mentre prima rappresentava l'orgoglio della città ora, sotto i colpi decenni che passano e della recente crisi economica, risulta essere in decadenza. Lo svuotamento della città, alla moria di negozi, ai numerosi appartamenti sfitti, una situazione che fino al 2011 era stata mitigata dalla presenza di numerosi immigrati regolari molti dei quali con la crisi se ne sono andati mettendo a nudo l'eccesso di costruzioni che questo territorio ha determinato. E i dati parlano inequivocabilmente: la popolazione invecchia e diminuisce progressivamente e il tasso di innovazione sotto molto aspetti è quasi nullo. Di tutto questo - spiega Salvador - non è colpa certamente del sindaco Alessandro Ciriani, ma la sua ancor più grave responsabilità è quella di aver perso tempo nel far trasparire tutto questo, nel non aver voluto affrontarlo, di aver gettato tempo e denari in operazioni totalmente futili e prive di contenuto. E se si vuole essere ancora più sinceri è una responsabilità che condivide con una parte della Sinistra che ha continuato a pensare la città come se niente fosse». Salvador va avanti. «L'attuale sindaco ha reso inutile un consenso enorme verso di lui, sprecando addirittura l'attenzione che era riuscito a creare durante la campagna elettorale verso le città e verso città capoluogo di questa Regione, perché è vero che le soluzioni non stanno a Pordenone, o meglio non solo a Pordenone, le soluzioni stanno in Regione, quella Regione che si definisce autonoma ma che non è ancora in grado di pensare ad una rigenerazione urbana e sociale delle città più importanti del suo territorio ed è altresì vero che le soluzioni non valgono solo per Pordenone ma per tutte le sue maggiori città che versano in uno stato simile tranne per alcune zone di Trieste. E si badi che non è una questione solo di finanziamenti come si affannano a far credere vari amministratori o nuovi consiglieri regionali perché altrimenti ritorna nell'errore già commesso con il bando delle periferie il quale nella maggior parte dei casi si riduce ad arredo urbano, altro che periferie. Soldi buttati per davvero, tra l'altro per ora congelati dal governo. Una Regione che dovrebbe pensare ad un piano coraggioso di rigenerazione della città assieme alle città stesse le quali hanno il compito di proporre modelli, ma di tutto questo nulla è emerso in questi 2 anni, tantomeno confido emergerà su uno dei progetti più importanti per ridefinire gli spazi urbani e le modalità con le quali i cittadini vivono la città: il piano della mobilità. Risulterà temo un piano poco coraggioso che vorrebbe, ma non può e che non avrà mai la capacità di fare ciò che si dovrebbe fare, ossia chiudere il traffico dentro al ring delle auto e ridurre il numero delle auto circolanti grazie ad un innovativo servizio di trasporto pubblico. A fronte di questa situazione - conclude Salvador - non è stato fatto nulla nemmeno per ripensare le politiche sociali ancora ancorate a schemi di pre-crisi, nulla per riformare il sistema cultura e quello dell'istruzione, nulla per attirare in città le generazioni più giovani. Lo specchio della situazione cittadina è ben rappresentato nei dibattiti che emergono sulla difesa della provincia o su altre istituzioni ma poco si discute di cosa si dovrebbe davvero riformare. Il compito del sindaco di Pordenone dovrebbe essere quello di rimettere in gioco con fiducia e coraggio i modelli di qualità della vita della propria città».
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