Ciriani: «Basta profughi»

Lunedì 17 Luglio 2017
Ciriani: «Basta profughi»
«Noto che l'accoglienza è un dovere solo entro il perimetro di Pordenone che accoglie il 400% in più delle quote di richiedenti asilo fissate dal Ministero». Il sindaco Alessandro Ciriani torna a parlare di immigrazione. Le polemiche dei giorni scorsi, che l'hanno visto protagonista di un botta e risposta con Giovanni Antonaglia, presidente della Croce rossa locale, circa l'apertura di un dormitorio in via Rotate, non si sono placate. Anzi il primo cittadino, sul proprio profilo Facebook, ha lanciato ieri l'ennesimo messaggio piccato nei confronti della stessa Croce rossa e di quei comuni della Destra Tagliamento che a suo avviso stanno facendo poco in tema di accoglienza. «Se ci si sposta di qualche chilometro, in altri comuni che non ottemperano ai loro doveri, l'invocazione e l'esercizio della solidarietà si spengono d'incanto. Strano, visto che i solidaristi (a corrente alternata) mi insegnano che la solidarietà è senza confini. E allora - Ciriani si chiede - perché ostinarsi ad aprire un ulteriore dormitorio per profughi, perché questo sarà, a Pordenone e non altrove? Possibile che in altri 50, dico 50 comuni, la Croce rossa di Pordenone guidata da un ex consigliere comunale di centrosinistra non riesca ad individuare un posto? Si tratta di motivi politici o di solidarietà?». Il messaggio è chiaro: «Noi cercheremo di impedirne l'apertura in città, continuando a chiedere di farlo altrove. Se così non fosse, il capoluogo continuerebbe ad attirare migranti economici che richiedono un tetto e un posto letto. Un'invasione continua i cui responsabili avrebbero nomi e cognomi». É un Ciriani che parla a ruota libera. Se la Croce rossa continua in quel progetto di predisposizione dell'ex albergo via Rotate in un piccolo centro di accoglienza inizialmente 24 persone lui si è già attivato per trovare irregolarità tali da impedire alla struttura di decollare. Come dire: qualsiasi cavillo pur di mettere i bastoni tra le ruote ad Antonaglia e compagni. Sul tema interviene anche Valter Santarossa, consigliere regionale di Autonomia Responsabile: «Abbiamo il dovere di aiutare gli immigrati che scappano da guerre e persecuzioni, non quelli che arrivano per cercare migliori condizioni di vita: per queste persone non c'è posto. Quello che noto con grande disappunto è che qui si vedono soltanto giovani, maschi, palestrati e con in tasca un telefonino di ultima generazione».
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