Cassonetti bruciati, pazienza finita

Mercoledì 21 Agosto 2019
Cassonetti bruciati, pazienza finita
L'ALLARME
PORDENONE E undici. Il conto si fa sempre più pesante, così come i costi che la comunità dovrà sostenere per sostituire quei cassonetti di plastica e carta che ormai vengano bruciati quasi ogni notte. L'ultimo episodio si è verificato lunedì, attorno all'1.30, in via Dogana, la stessa strada dov'era stato già appiccato il fuoco a un altro contenitore (di plastica). L'area dove il piromane decide di colpire è più o meno sempre la stessa: il quartiere delle Grazie. A parte via Rosaccio e via Beata Domicilla, tutti gli episodi, per i quali puntualmente è stato richiesto l'intervento dei vigili del fuoco del Comando di Pordenone, sono stati registrati in una zona circoscritta della città: da via del Zoccolo a via Murri (qui, addirittura, sono stati quattro i cassonetti andati completamente bruciati, ndr), da via Vesalio a via Dogana.
IL CLIMA DI PAURA
I residenti cominciano ad avere paura, non si sentono al sicuro. Sono stanchi, nel cuore della notte, di essere svegliati dal suono delle sirene dei mezzi dei pompieri. Temono che la situazione possa degenerare. Ieri mattina l'assessore comunale Stefania Boltin ha incontrato Roberto Tommasini, responsabile dei servizi ambientali di Gea, con il quale è stato possibile, alla luce degli ultimi episodi, fare il punto della situazione. La conta dei cassonetti bruciati è arrivata ad undici. I danni contando che ogni contenitore di carta e plastica costa all'incirca 700 euro (ai quali si vede aggiungere l'iva) ammontano a circa 8mila euro. Soldi, questi, che dovranno essere spalmati sulla collettività.
LE INDAGINI
«Le indagini afferma l'assessore Boltin proseguono senza sosta. Carabinieri e polizia locale stanno cercando di dare un nome e un volto a chi, da qualche settimana a questa parte, si diverte a commettere questi atti di vandalismo. É una situazione che sta creando delle tensioni tra i cittadini che, invece, hanno tutto il diritto di vivere tranquilli e, a maggior ragione, di poter riposare la notte. L'attenzione è altissima: c'è un'attività investigativa in corso che, mi auguro, possa portare ai risultati sperati. Chiedo ai cittadini di segnalare qualsiasi sospetto, di tenere gli occhi aperti e le orecchie alte. Ogni indizio può essere fondamentale».
LE MISURE
Comune, polizia locale e Gea, intanto, stano pensando di adottare alcune soluzioni: dall'eliminazione di qualche isola ecologica all'utilizzo delle fototrappole, videocamere ad alta definizione in grado di filmare anche di notte. «Senza dimenticare ricorda il sindaco Alessandro Ciriani che i filmati delle telecamere del sistema di videosorveglianza sono stati già acquisiti dagli investigatori. Quello che sta succedendo a Pordenone da qualche settimana a questa parte è sicuramente grave: questa città non è abituata a sopportare determinate situazioni. Il problema è che il nemico può colpire ovunque e a qualsiasi ora, fermo restando che, statisticamente parlando, predilige la notte. Abbiamo migliaia di cassonetti dislocati tra il centro e i quartieri: non sarà facile cogliere questa persona sul fatto ma sono convinto che, prima o poi, finirà nel sacco». Ciriani mastica amaro: «Da quando sono diventato sindaco di Pordenone osserva ho notato, con estremo dispiacere, che in generale il senso civico è calato: dalle deiezioni canine all'abbandono dei rifiuti, dagli atti vandalici nei parchi al fatto di gettare a terra i mozziconi di sigaretta, talvolta trovo situazioni imbarazzanti. Per usare un eufemismo. Mi auguro, davvero, che i cittadini dimostrino un maggiore rispetto per la cosa pubblica. Anzi, chiedo la collaborazione di tutti per una città più bella, pulita e vivibile. Da parte di questa amministrazione, come sempre, ci sarà la massima attenzione nei confronti di ogni aspetto della vita quotidiana».
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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