Case popolari La riforma piace poco anche a Destra

Venerdì 19 Aprile 2019
CASE ATER
PORDENONE Nuovi criteri per l'accesso alle case Ater, gli attacchi alla giunta Fedriga, che ha modificato i parametri con un provvedimento regionale, arrivano anche da Destra. È ad esempio il turno di Casapound Pordenone, che proprio sull'accessibilità delle case popolari ha costruito una delle sue prime battaglie. «Per la fretta di fare una riforma va a finire che l'hanno fatta anche male - hanno commentato gli attivisti del circolo pordenonese -. A quanto pare, dalle simulazione per la nuova normativa, è emerso che anche i cittadini italiani e i pordenonesi in particolare, verrebbero penalizzati nelle graduatorie in quanto alzare il criterio di residenza regionale senza prevederne uno alternativo su base nazionale porta automaticamente ad escludere tutti gli italiani appena trasferiti in regione. È stata Casapound - proseguono -, la prima a volere una riforma per gli alloggi Ater presentando una proposta che al suo interno prevedeva già un correttivo per queste situazioni. La normativa di base infatti è molto simile a quella che sta per entrare in vigore. Si tratta però di una riforma lacunosa fatta per propaganda e non per un vero interesse nelle politiche edilizie. La cosa più spiacevole è che avevamo messo a disposizione la nostra proposta chiedendo allo stesso presidente Fedriga un incontro per esporre il nostro progetto di legge il quale prevedeva una soluzione alla carenza strutturale di alloggi: vista la cospicua presenza di immobili abbandonati, avevamo proposto di poterli espropriare per arrivare ad un loro definitivo di utilizzo con la formula del mutuo sociale in grado di dare un alloggio di proprietà a tutti i cittadini italiani».
PRECISAZIONE
È intervenuto anche Angioletto Tubaro, vertice di Ater Pordenone. «La gran parte delle Regioni ha portato a 5 gli anni di residenza per accedere all'edilizia sovvenzionata senza particolari traumi», ha detto. Non si parla in questo caso di barriere all'ingresso basate sul reddito annuo, bensì sulla residenza sul territorio regionale. Secondo i nuovi criteri, infatti, per ottenere un alloggio popolare sarà innanzitutto necessario dimostrare di avere la residenza in Friuli Venezia Giulia da almeno cinque anni (e non tre come in precedenza), nonché di non possedere proprietà immobiliari in Italia o all'estero. Nel caso dei cittadini stranieri, poi, questi ultimi dovranno presentare una dichiarazione sottoscritta dal proprio Consolato.
I NUMERI
In tutta la provincia di Pordenone ci sono circa duemila persone che attendono una risposta alla domanda inoltrata all'Ater e finalizzata all'ottenimento di una casa popolare. Di queste, circa seicento sono riferite solamente al territorio comunale di Pordenone. In un trend che si dimostra crescente, circa la metà delle richieste è inoltrata da cittadini stranieri. Ogni caso è a sé stante, ma non si rischia di generalizzare se si dipinge un quadro fatto di redditi bassi e persone che dichiarano di non possedere altre abitazioni. Il risultato dell'aumento delle domande compilate da cittadini stranieri ed extracomunitari pesa sulle famiglie italiane, che si trovano a dover lottare per non finire troppo in basso nelle graduatorie, cosa che in realtà accade spesso e volentieri. In parole povere, chi prima rientrava tra gli aventi diritto, ora rischia di rimanere a piedi.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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