Casa del Mutilato, crolla una lettera La facciata perde i pezzi, paura in piazza

Giovedì 20 Febbraio 2020
ATTIMI DI PAURA
PORDENONE Un tonfo secco, il volo di una decina di metri fino al suolo e la rottura in mille pezzi. E se il pezzo di cemento avesse colpito qualcuno, le conseguenze sarebbero potute essere estremamente gravi. Una lettera, la erre, che componeva la scritta Fortuna sulla facciata della Casa del Mutilato in piazza XX Settembre, si è staccata dalla parete ed è finita sul pavimento di fronte all'edificio. È successo tutto in pochi istanti, poco prima delle 19 di ieri. Il rilievo in cemento al contatto con il suolo è andato in frantumi, intaccando anche il pavimento. Poco prima, dai locali interni della Casa del mutilato, sono usciti gli studenti che di pomeriggio frequentano il doposcuola dell'associazione Terra Mater. Avevano imboccato proprio il portone che si trova di fronte al punto d'impatto. Fortunatamente, quando la lettera si è staccata dalla parete, non stavano transitando persone nelle vicinanze dell'ingresso. Nella struttura c'erano solamente un'estetista e un'educatrice che poco prima aveva terminato le attività con gli studenti.
LA DINAMICA
La erre, alta circa mezzo metro, si è staccata senza preavviso. Nessuno aveva notato un'inclinazione particolare dell'elemento - diviso dal resto della scritta -, né può aver influito il temporale che si è abbattuto sul centro storico di Pordenone un'ora prima rispetto al distacco. A notare lo schianto al suolo della lettera è stato un passante, che ha chiamato i vigili del fuoco. In piazza XX Settembre sono arrivati anche gli agenti della polizia locale.
Si è deciso di transennare l'area che si trova al di sotto della facciata, sino al primo scalino che segna l'inizio della discesa verso la piazza. Il perimetro costituisce zona vietata, perché si teme che altre lettere possano manifestare lo stesso problema della erre che si è staccata ieri pomeriggio. La zona è stata considerata non sicura, e l'ordine rimarrà in vigore sino al termine dei controlli.
LE IPOTESI
I vigili del fuoco lavorano seguendo la strada dell'usura. A causare il distacco della lettera dalla facciata della Casa del Mutilato sarebbe stato un mix di cause: lo scollamento tra la base dell'elemento e il materiale legante, il chiodo di supporto rovinato e infine delle possibili infiltrazioni d'acqua non legate all'evento atmosferico di ieri, ma pregresse. Per questo dovranno essere controllate tutte le altre lettere che compongono la scritta sulla facciata. E non si esclude che il monitoraggio possa essere esteso anche ad altri elementi costitutivi dell'edificio. Le attività che si svolgono all'interno della struttura proseguiranno e sarà utilizzato l'ingresso posto sul retro. L'area interessata dal crollo, invece, rimarrà transennata.
LA STORIA
La Casa del Mutilato sorse per iniziativa della sezione pordenonese dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, tra il 1935 e il 1937, su progetto dell'architetto Cesare Scoccimarro accanto al monumento ai Caduti di Aurelio Mistruzzi, scelta per eternare il ricordo delle vittime e dell'eroismo dei soldati. Da qui anche la citazione riportata a caratteri cubitali sulla facciata dell'edificio e tratta dal quinto libro dell'Eneide di Virgilio: Quo fata trahunt retrahuntque sequamur, quicquid erit superanda omnis fortuna ferendo est, ossia «Andiamo là dove il destino sospinge e respinge, qualsiasi cosa accada ogni ventura va superata». Il progetto esaltava il rapporto tripartito di tre spazi di grande monumentalità: un atrio d'ingresso, una grande scala a vista in asse con la composizione e il grande salone d'onore al secondo piano, capace di ospitare fino a 500 persone. La facciata aveva un fronte meno esteso del corpo principale dell'edificio e veniva abbracciata dallo stesso, creando un forte contrasto tra il prospetto monumentale e il volume semplificato con il quale si andava a compenetrare.
Marco Agrusti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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