BRUGNERA
«Ripartire dopo un incendio che ha distrutto tutto quello poteva

Mercoledì 20 Novembre 2019
BRUGNERA «Ripartire dopo un incendio che ha distrutto tutto quello poteva
BRUGNERA
«Ripartire dopo un incendio che ha distrutto tutto quello poteva distruggere, risparmiando soltanto gli uffici, è dura. Ma sono convinto che la famiglia Santarossa, che guida la Lavas da più di 20 anni, ce la farà. E tornerà ad essere più forte di prima». Lo afferma con convinzione il sindaco Renzo Dolfi, che si è immediatamente messo a disposizione degli imprenditori di Santa Lucia di Piave, dopo il rogo che domenica notte ha cancellato il magazzino e la parte produttiva dell'azienda, specializzata nella realizzazione di infissi in alluminio. «Domani sottolinea il sindaco cercherò nuovamente di mettermi in contatto con loro. Voglio pensare, dal momento che siamo anche prossimi alle festività natalizie, che qualcuno, in possesso di un capannone sfitto, si sia già messo in contatto con Paolo e la figlia Veronica per offrire loro, momentaneamente, un punto d'appoggio dove poter ripartire».
IL FUTURO DEI DIPENDENTI
I danni alla struttura di via Mazzini sono ingenti: superano i due milioni di euro. La produzione, essendo stati dichiarati inagibili il magazzino e il capannone adibito alla produzione (una superficie di 800 metri quadrati), è ferma. Nei prossimi giorni si sapranno anche le misure che verranno adottate a tutela dei dodici operai alle dipendenze della Lavas. Quella di domenica è stata una nottata di intenso lavoro per i vigili del fuoco. Diverse le chiamate giunte, a partire dall'una, alla centrale operativa da cittadini che dall'azienda di via Mazzini vedevano alzarsi fiamme alte sino a 3 metri. In pochi minuti sono state inviate squadre e mezzi da Pordenone, San Vito al Tagliamento, Maniago, Conegliano, Treviso, oltre alla chilolitrica della base americana di Aviano ed il carro schiuma da Udine.
I SOCCORSI
Un considerevole dispiegamento di mezzi e uomini per avere ragione dell'incendio che, sin da subito, appariva preoccupante. Dal punto di vista delle indagini, per i vigili del fuoco del comando di Pordenone è cominciata la fase che, in gergo tecnico, viene chiamata semiotica dell'incendio: è propedeutica ad eventuali azioni da intraprendere e tiene conto di alcuni indicatori come l'analisi delle foto effettuate all'interno del capannone (una volta spento il rogo), i danni causati dalle fiamme, i materiali andati a fuoco e la propagazione dell'incendio. Dopodiché decideranno, qualora dovesse prevalere l'ipotesi dell'origine dolosa, se ricercare sostanze acceleranti che possano avere innescato il rogo. Il fascicolo, una volta che il quadro delle situazione sarà meglio delineato, verrà trasmesso alla Procura di Pordenone. Lunedì mattina il sostituto procuratore Federico Facchin aveva immediatamente disposto il sequestro dell'azienda di via Mazzini.
Alberto Comisso
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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