BASE USAF
AVIANO La scuola americana della Base Usaf di Aviano ieri è rimasta

Martedì 25 Febbraio 2020
BASE USAF
AVIANO La scuola americana della Base Usaf di Aviano ieri è rimasta aperta nonostante l'ordinanza del Ministro della Salute Speranza, controfirmata dal presidente della Regione Fvg Fedriga, disponesse la chiusura degli istituti di ogni ordine e grado fino al primo marzo. La mancata applicazione dell'ordinanza ha coinvolto anche un'ottantina di lavoratori italiani: si tratta di autisti e monitor (i sorveglianti a bordo dei bus) di una quarantina di pullman che accompagnano bambini e ragazzi a scuola. Da circa due anni, in ragione dell'aumento del personale ad Aviano, l'amministrazione americana ha concesso agli avieri e alle loro famiglie di risiedere all'esterno della Base in un'area fino ad un'ora di auto di distanza. Questo significa che gli studenti possono abitare anche nelle province di Venezia, Treviso e Udine, comunità queste ultime che spesso gli statunitensi frequentano per le attività ludiche, sportive e di carattere socio-culturale che vi si svolgono. Per raggiungere la scuola americana all'interno della Base, è stato disposto un appalto con una ditta di pullman che fa la spola con ogni singola abitazione. Interpellati sui motivi che hanno portato alla decisione di non sospendere le attività didattiche, i vertici della Base Usaf hanno spiegato che renderanno note le ragioni nelle prossime ore. Evidentemente qualcosa non deve essere funzionato (le presenze degli alunni sono state molto scarse: le auto erano mezze vuote) visto che nella tarda serata di ieri c'è stato l'improvviso dietrofront: la scuola della base americana resterà infatti chiusa da oggi fino a venerdì compreso. Pertanto ogni servizio affidato al personale italiano è stato cancellato. Per spiegare la situazione italiana alla folta comunità americana - che conta alcune migliaia di persone, tra militari e congiunti - ieri sera c'è stata una diretta Facebook sul profilo dell'Aviano Air Base in cui i medici Usa hanno fornito i dati sulla situazione locale, ripetendo le raccomandazioni essenziali per chi dovesse sentirsi poco bene o entrare in contatto con persone potenzialmente infette. I sanitari hanno più volte rassicurato sul fatto che né all'interno della Base, né nel territorio del Friuli Venezia Giulia sono stati registrati casi di coronavirus, spiegando anche che non si tratta di un virus particolarmente pericoloso, ma dalla grande viralità, motivo che ha portato le istituzioni italiane a disporre dei cordoni sanitari nelle zone dove si sono verificati i cluster. Tra le domande più frequenti del personale c'era invece la richiesta sull'accessibilità dell'aeroporto Marco Polo, per eventuali rimpatri dei famigliari del personale militare.
Lorenzo Padovan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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