Bar e ristoranti, la Fipe si appella ai sindaci

Lunedì 25 Gennaio 2021
LA LETTERA
PORDENONE Il settore è stremato e la situazione grave e confusa, servono subito misure aggiuntive in grado di dare certezza agli imprenditori e adeguato supporto alle ingenti perdite subite dal settore dei Pubblici Esercizi. Secondo una nota informativa del Centro Studi di Confcommercio nazionale, infatti, il terzo trimestre del 2020 si chiude per le imprese della ristorazione con una contrazione del fatturato pari al -16,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.
La Fipe-Confcommercio locale continua a lavorare per garantire ai propri associati il massimo dell'ascolto e del supporto. «Il nostro ruolo spiegano i rappresentanti dei gruppi Bar e Ristoranti, Fabio Cadamuro e Pierangelo Dal Mas è quello di difendere la categoria e di rappresentare gli interessi reali, valorizzandoli per la loro capacità di contribuire al bene e al futuro dell'intero Paese».
Da qui l'appello alle istituzioni del territorio con una lettera inviata ai sindaci e assessori al Commercio, per chiedere loro azioni concrete per sostenere efficacemente, in questo difficile momento, imprese e lavoratori del settore. Nella lettera, inviata ai 50 Comuni del Friuli Occidentale, si chiede per tutto il 2021 la revisione delle varie imposte: tariffe rifiuti, occupazione suolo pubblico (il Governo per questa tassa a disposto l'esenzione fino a marzo) e mantenimento degli ampliamenti dei dehors, azzeramento dell'imposta di pubblicità, semplificazione del processo burocratico nel caso si dovessero organizzare nei mesi futuri eventi, manifestazioni e spettacoli musicali. Impellente, poi, la richiesta ai sindaci di istituire un contributo a fondo perduto per le imprese del terziario danneggiate pesantemente dalle restrizioni all'attività economica e sociale imposte dall'emergenza proiettando le conseguenze ben oltre il periodo di lockdown. Oltretutto i giudizi sulle prospettive di breve termine sono ancora segnati da forte pessimismo.
I responsabili della Fipe locale hanno poi sostenuto le richieste contenute nel documento unitario presentato recentemente dalla Federazione al ministro per lo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, dove si chiedeva di restituire dignità al settore dei pubblici esercizi, attraverso un piano ben definito che conduca a una riapertura in sicurezza dei locali. Una riapertura anche graduale, purché stabile e in grado di garantire l'effettiva possibilità di lavoro a 300mila imprese che, negli ultimi 12 mesi, hanno registrato circa 38 miliardi di euro di perdita di fatturato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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