Atti sessuali con minori il medico sarà processato

Martedì 24 Ottobre 2017
L'INCHIESTA
PORDENONE È stato rinviato a giudizio il medico della provincia di Pordenone sospettato aver molestato un quattordicenne, di aver adescato due ragazzi on-line e di aver condiviso materiale pedopornografico. Così ha deciso il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Trieste, dove l'inchiesta è stata sviluppata dalla Distrettuale antimafia come tutti i casi di detenzione di materiale pedopornografico e quando gli adescamenti dei minori avvengono attraverso internet. A chiedere il rinvio a giudizio è stato il pm Pietro Montrone, che aveva coordinato le indagini dei carabinieri dell'aliquota operativa del Norm di Pordenone, e aveva chiuso l'inchiesta confermando le accuse iniziali: atti sessuali con un minore che gli era stato affidato dalla madre per ragioni di eduzione; atti sessuali con altri due minorenni adescati su internet; detenzione e condivisione di materiale pedopornografico; prostituzione minorile con i due minori a cui prometteva ricariche telefoniche e regali.
La difesa non ha presentato istanze di rito alternativo. L'avvocato Giuseppe Bavaresco non cerca sconti di pena, ma conta di poter dimostrare al processo l'estraneità del suo assistito alle accuse. Il professionista, 47 anni, vicino al mondo del calcio ed ex mister dei pulcini, lo scorso marzo era stato sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari. Ha sempre negato di aver avuto attenzioni nei confronti dei minorenni. La difesa aveva cercato di ridimensionare la vicenda presentando memorie difensive e adombrando la possibilità che il medico potesse essere vittima di una vendetta.
Ad accusarlo è un ragazzo che in passato - era ancora quattordicenne - gli era stato affidato dalla stessa madre affinchè lo educasse e lo facesse studiare. A distanza di tempo ha deciso, una volta raggiunta la maggiore età, di uscire allo scoperto. Nel 2015 ha rotto il muro della vergogna denunciando di aver subito attenzioni da parte del medico. Attenzioni che sarebbero cominciate nel 2006, quando aveva 12 anni. Le indagini sono arrivate a una svolta nel corso di una perquisizione domiciliare, quando al professionista sono stati sequestrati un computer e una macchina fotografica. I carabinieri cercavano conferme alle accuse mosse dalla vittima. Ed è sul computer che sono state trovate tracce di adescamenti su internet e di conversazioni in cui il medico prometteva regali e ricariche telefoniche agli interlocutori, entrambi minorenni.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci