Atap cambia padrone Friulia compra le quote

Sabato 14 Dicembre 2019
L'ASSEMBLEA
PORDENONE Nonostante non fosse all'ordine del giorno dell'assemblea di ieri il futuro assetto societario dell'Atap è stato il tema più importante discusso dai soci della società, cioé i Comuni e i piccoli azionisti privati (una parte dei dipendenti o ex dipendenti). A tracciare la possibile strada che possa portare alla vendita delle azioni e nel contempo a mantenere il servizio di trasporto locale in mano pubblica è stato il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani in veste di socio di maggioranza relativa. Il municipio pordenonese controlla infatti il 36 per cento delle azioni della società. Seguono - con percentuali al di sotto del 10 per cento - i Comuni di Cordenons e Porcia.
LA PROPOSTA
Il sindaco Ciriani ha informato l'assemblea che dalla finanziaria regionale Friulia (dopo la definizione del mega-appalto decennale del trasporto pubblico regionale alla società formata dalla quattro aziende regionali) è arrivata la disponibilità ad acquisire una parte delle azioni di Atap. L'operazione avverrebbe attraverso la costituzione di una nuova società nella quale fare confluire le quote degli attuali soci. L'ipotesi avanzata - negli ultimi mesi c'era stato anche un proficuo confronto tra la società del Tpl pordenonese sia con Friulia sia con la Regione - e sulla quale i Comuni soci dovranno ora aprire il confronto è quella di una vendita soltanto di una parte del pacchetto azionario di ciascun Comune (Pordenone è orientato a optare per un 60 per cento del pacchetto azionario), mantenendone l'altra quota parte in proprio in modo da continuare a pesare all'interno della società. «È l'unico modo - ha spiegato il sindaco pordenonese - per poter realizzare le risorse destinate ad importanti investimenti che i Comuni hanno previsto e per poter continuare a garantire che l'importante servizio continui a rimanere in mani pubbliche». La proposta che è stata illustrata all'assemblea prevederebbe che i Comuni con una quota di azioni minoritaria - cioé sotto l'uno per cento - possano alienarla completamente facendola confluire nella nuova società costituita con Friulia. Per i soci con le partecipazioni più massicce (in primis proprio Pordenone, come capofila, oltre a Cordenons e Porcia) la soluzione potrebbe essere vendere il 60 per cento e conservare l'altro 40. Per gli altri soci vanno individuate - e questo presumibilmente avverrà nel primo trimestre 2020 - le modalità di vendita più adeguate. L'obiettivo futuro - una volta costituita la nuova società con Friulia - dei Comuni è anche quello di costituire un'alleanza per bilanciare il peso di Friulia che comunque non dovrebbe superare il 51 per cento del capitale sociale. Un passaggio quest'ultimo non certo di poco conto: se la finanziaria regionale superasse il 51 per cento Atap (guidata nei cruciali passaggi degli ultimi due anni dal presidente Narciso Gaspardo) non sarebbe più una partecipata ma una controllata con tutte le conseguenze legate alle normative diverse cui dovrebbe rispondere.
TESORETTO REDISTRIBUITO
È di quasi otto milioni la somma legate alle riserve straordinarie redistribuita in assemblea. Si è trattato dell'ultimo incasso di risorse che nel tempo erano state messe in cassa. In futuro - se il disegno tracciato dovesse andare in porto - i Comuni continueranno a portare a casa i dividendi della futura società, anche se ovviamente in maniera inferiore rispetto a quanto avvenuto fino a oggi. Altro punto all'ordine del giorno un nuovo regolamento che fisse i paletti e le regole per le sponsorizzazioni. Una sorta di stretta che il presidente della società ha proposto ai soci al fine di regolamentare in modo razionale e organizzato le risorse economiche legate agli sponsor.
D.L.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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