AstraZeneca, il rebus dei richiami

Sabato 12 Giugno 2021
AstraZeneca, il rebus dei richiami
LA CAMPAGNA
PORDENONE L'ennesimo dietrofront che rischia di far male. E soprattutto di rallentare l'altro binario delle vaccinazioni, cioè quello dedicato ai più giovani e basato in modo esclusivo sull'uso dei vaccini a tecnologia a Mrna, cioè su Pfizer e Moderna. Il caso AstraZeneca irrompe anche in Friuli Venezia Giulia, dove proprio in questi giorni sarebbero in programma circa 16mila richiami basati proprio sul prodotto che ieri il Comitato tecnico scientifico ha di fatto tolto dalla disponibilità dei cittadini con meno di 60 anni. La Regione ha infatti deciso di sospendere cautelativamente la seconda dose di AstraZeneca proprio per quella fascia d'età. Slittano 1.800 punture delle prossime ore.
IL QUADRO
Il ministero della Salute, per bocca del ministro Speranza, ha annunciato «azioni perentorie». Non un consiglio, quindi, ma un diktat: chi ha fatto la prima dose con AstraZeneca e ha meno di 60 anni dovrà effettuare il richiamo con un vaccino tra Pfizer e Moderna. E qui, per capire la natura e la portata del problema, bisogna tornare indietro nel tempo. È necessario riavvolgere il nastro al periodo in cui anche in Friuli Venezia Giulia era partita la campagna di vaccinazione dedicata ad esempio agli insegnanti e alle forze dell'ordine. Allora, infatti, il vaccino di AstraZeneca era addirittura limitato proprio alla categoria anagrafica che adesso non può più riceverlo: si poteva dare sotto i 55 e poi sotto i 60 anni. Era il periodo tra la fine di febbraio e l'inizio di marzo, e nella platea c'erano soprattutto i dipendenti del mondo della scuola e le forze dell'ordine e militari. In Friuli Venezia Giulia, tra le 30 e le 40mila persone in tutto. Under 60 che ora dovranno cambiare vaccino per il richiamo. Nessun problema, invece, per i cittadini che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca e che hanno più di 60 anni: i rischi, nella loro fascia d'età, sono infinitamente inferiori e si andrà avanti con lo stesso siero. Ma il Friuli Venezia Giulia ha abbastanza dosi di Pfizer e Moderna per riuscire a garantire subito i richiami anche a chi aveva l'appuntamento a breve e pensava di ricevere AstraZeneca? È la domanda cruciale, da cui dipende il futuro a breve termine della campagna vaccinale in regione.
IL NODO
Le forniture del vaccino Pfizer non sono infinite. Anzi, proprio ieri si raccontava di come a causa di un rallentamento - temporaneo - delle consegne, siano slittate le aperture delle agende legate ai cittadini friulani tra i 12 e i 16 anni. Il problema, quindi, esiste. E ora, a causa del cambio di marcia imposto dal Comitato tecnico scientifico, c'è il rischio di non avere abbastanza dosi per garantire due operazioni contemporaneamente: la vaccinazione dei giovani già prenotati e i richiami con il nuovo metodo. Entrambe procedure che devono essere effettuate con il siero della Pfizer.
I NUMERI
Il Friuli Venezia Giulia, secondo i dati aggiornati a ieri, ha utilizzato circa il 90 per cento dei vaccini che sono stati smistati e consegnati dalla gestione commissariale. Significa che in magazzino non c'è molto: nel dettaglio, meno di 100mila dosi, ma nel conto sono inclusi tutti i prodotti, quindi anche AstraZeneca e Johnson&Johnson. Sono 16mila, nel dettaglio, i richiami di AstraZeneca dedicati alle persone con meno di 60 anni di età sono 16mila solo nei prossimi giorni. «Attendiamo il pronunciamento ufficiale da parte del ministero della Salute e poi stendiamo la strategia», è quanto trapela dalla Regione.
Il rischio, però, è che si debbano rallentare le vaccinazioni dei giovani, e si parla delle prime dosi prenotate negli scorsi giorni e in programma con Pfizer. Tutto dipenderà ancora una volta dalle forniture. Un incubo che dopo la prima fase della campagna si pensava di non dover più rivivere.
M.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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